“Non possiamo non rilevare il preoccupante taglio delle risorse destinate agli enti locali nella ‘Legge di stabilità regionale 2022-2024’. Questa decisione rischia di aggravare ulteriormente la crisi finanziaria e di liquidità in cui versano i comuni, i liberi consorzi e le città metropolitane. Per questi motivi chiediamo che vengano erogate le stesse somme del 2021 tenuto conto che l’economia dei territori, messa in ginocchio dall’emergenza sanitaria da Covid-19, è ben lontana dal registrare una ripresa soddisfacente”.
Questo il commento di Leoluca Orlando, presidente dell’ANCI Sicilia.
Orlando aggiunge: “Inoltre torniamo a evidenziare ancora una volta che, a tutt’oggi, l’aumento dell’indennità dei sindaci, previsto dalla Finanziaria varata dal Governo Draghi, non riguarda gli amministratori della Sicilia. Per evitare che si continui a realizzare un’ingiustificata discriminazione a danno dei comuni siciliani e al fine di consentire l’applicazione della norma anche nell’Isola, si chiede di stanziare le risorse necessarie ad equiparare il trattamento economico degli amministratori siciliani a quello degli amministratori del resto del Paese”.
L’ANCI Sicilia ribadisce, infine, “la necessità di prevedere adeguate norme finalizzate alla stabilizzazione del personale precario in servizio presso gli enti in dissesto finanziario o in riequilibrio finanziario pluriennale”.
Da tempo i sindaci siciliani chiedono l’adeguamento delle indennità e il terzo mandato per i Comuni più piccoli.
A febbraio i sindaci siciliani erano intervenuti anche sulla questione del Pnrr, denunciando la mancanza di confronto tra la Regione e gli Enti Locali in merito all’adeguato utilizzo delle risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Su questo tema il Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia aveva raggiunto una posizione unanime chiedendo di “avviare, in tempi brevi, un percorso di condivisione e di concertazione per fare in modo che le amministrazioni dell’Isola non perdano le importantissime opportunità di sviluppo offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di un’azione che va ben oltre le limitate competenze della cabina di regia relativa alla task force regionale”.