La legge contro il crack arriva in aula all’Ars ed anche il segnale verde appare ancora lontano, una cosa è certa: la Sicilia sarà una delle prime regioni italiani a dotarsi di una norma ad ok per contrastare questa droga che sta distruggendo un’intera generazione.
Ai deputati tocca il compito di esaminare i 16 articoli che compongono il ddl e poi procedere al voto finale.
Per Ismaele La Vardera –primo firmatario del testo di legge approdato a Sala d’Ercole, “si tratta della legge più importante di questa legislatura se arriverà al traguardo sarà grazie alle tante associazioni che ci hanno lavorato, ma anche della politica e, non mi vergogno a dirlo, anche del presidente della Regione Renato Schifani”.
“Non basta a vincere la lotta al crack ma è punto di svolta”
La legge ha una dotazione finanziaria di oltre 11 milioni di euro. “Fino a ieri non c’era nulla sul fronte della lotta al crack. Si andava a spanne. Obiettivo di questo disegno di legge è creare strutture adeguate in tutte le province siciliane. E’ un punto di partenza – continua La Vardera – e sappiamo con certezza che questa norma non sarà sufficiente a sconfiggere la piaga del crack, ma di sicuro è un primo importante passo nei confronti dei giovani e delle loro famiglie”.
La legge anti crack è nata “dal basso”
La legge è nata “dal basso”. Alla sua stesura hanno contribuito docenti, psicologi e operatori del sociale. L’obiettivo è creare quegli strumenti di supporto a favore di chi è caduto nella rete di quella terribile droga ed azioni preventive per contrastarne la sua diffusione.
La Vardera, “se necessario schierare l’Esercito nei quartieri più a rischio”
Quella che stupisce – secondo La Vardera – è “la totale assenza del governo centrale. E’ un problema che riguarda tante città italiane. Leggere la cronaca di Palermo o quella di Genova porta alla stessa considerazione. Credo che per una forte azione repressiva a questo punto potrebbe essere necessario anche l’intervento dell’esercito in quelle zone ad altissimo rischio”.
Zavatteri, “chi non prende posizione è complice di chi spaccia”
Da Francesco Zavatteri, padre di Giulio, ragazzo ucciso dal crack, arriva un appello: “Tutti si tirino su le maniche per bloccare questo fenomeno indecente che alimenta la mafia. Altrimenti – aggiunge – è inutile andare alle manifestazioni per Falcone e Borsellino”. “Chiunque non prenda una posizione netta su questa vicenda è contiguo e complice dello spaccio del crack a Palermo”.
La speranza è che l’Ars licenzi il prima possibile il testo di legge. Poi, sarà necessario uno sforzo dell’amministrazione per far sì che le norme non vengano inghiottite dalle pastoie burocratiche.
Alla conferenza stampa di presentazione del disegno di legge hanno partecipato i deputati dell’intergruppo costituito ad hoc. Roberta Schillaci, deputata M5s ha spiegato che si tratta di “un testo che parte dal basso e al quale hanno contribuito attori pubblici e privati – ricorda -. Un ddl con tante norme e diverse realtà che devono riuscire a dialogare? Vero, ma ci siamo resi conto che davanti a un tema così complesso come le dipendenze servivano soluzioni altrettanto complesse e integrate”.
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