“Siamo appena all’inizio dell’estate, ma già si registrano decine e decine di roghi, da Ragusa ad Enna, da Menfi a Scopello”. E’ un grido di allarme, l’ennesimo, che Legambiente Sicilia lancia per i continui roghi che stanno divorando ettari ed ettari di bosco e vegetazione nell’Isola. “In quasi tutte le province – sostengono gli ambientalisti – si sono levate alte le fiamme e ancora una volta, l’ennesima, la Sicilia non è attrezzata. La situazione peggiora di anno in anno, sia per l’aumento delle temperature che per mano dei troppi delinquenti che appiccano indisturbati il fuoco. Ma anche la Regione non è esente da responsabilità, con gli stessi errori e gli stessi annosi ritardi”.
Già mesi fa il primo campanello d’allarme in un documento
Lo scorso novembre proprio Legambiente Sicilia aveva presentato un primo documento di analisi dello specifico contesto regionale e di proposte, che ha presentato a tutte le istituzioni regionali, per adottare alcune misure urgenti come prima risposta alle devastazioni di questi anni.
Le misure di contrasto inattuate
Fra queste proposte, rendere obbligatoria la redazione dei piani di gestione forestale sostenibile, sia come condizione per l’utilizzo della manodopera che per l’accesso ai fondi pubblici; introdurre il divieto tutto l’anno della bruciatura in pieno campo delle stoppie e della vegetazione naturale; estendere il divieto di pascolo per 10 anni su tutte le aree con vegetazione naturale e agraria percorse dal fuoco; la decadenza per 10 anni da ogni beneficio finanziario per le aziende agricole, forestali e pastorali la cui superficie nell’anno è stata interessata dal fuoco per una percentuale superiore al 5% della superficie aziendale; nei comprensori a rilevanza turistica, la chiusura per 5 anni ad ogni attività di fruizione e del tempo libero delle aree percorse dal fuoco ricadenti all’interno di parchi, riserve naturali e demani forestali. “Queste misure, tra l’altro, – scrive Legambiente – sarebbero un deterrente per azioni criminose. Rinnoviamo la richiesta alla Regione di disporre una immediata e seria indagine ispettiva per verificare l’esistenza presso i Comuni di catasti degli incendi aggiornati. Ma nulla di tutto questo, che riteniamo alla base della prevenzione degli incendi, è stato fatto”.
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