Strade che diventano omaggio alla memoria e al sacrificio di chi ha combattuto perché questa difficile Terra di Sicilia diventasse più giusta e meno corrotta, un luogo dove venissero garantiti i diritti di tutti, e dove tutti capissero che la mafia bisogna osteggiarla senza mai scendere a compromessi.
Sono tanti i sindacalisti, segretari delle camere del lavoro, attivisti uccisi dalla mafia in Sicilia. E’ a loro e a tre donne coraggio che la Cgil Palermo ed il Comune di Palermo hanno deciso di intitolare 19 strade del quartiere Bonagia che prenderanno nuovi nomi. Un progetto che contribuisce a ridisegnare, a partire dalla memoria, un nuovo futuro – si spera – per la città e la Sicilia.
Ieri la via del Bassotto a Bonagia è stata intitolata a Felicia Impastato, la mamma di Peppino per ricordarla nel giorno del 14esimo anniversario della sua morte. Felicia ha lottato tutta la vita per fare arrestare i responsabili dell’omicidio del figlio, attivista antimafia di Cinisi. Oggi la sua abitazione, a cento passi dalla casa di don Tano Badalamenti, mandante dell’omicidio di Peppino, è divenuta “Casa memoria Felicia e Peppino Impastato”.
La prima intitolazione è avvenuta il 5 dicembre: largo del Camoscio è diventato via Giuseppe Puntarello, segretario della Camera del Lavoro di Ventimiglia di Sicilia ucciso nel 1947 da un commando mafioso.
Le intitolazioni, che fanno parte del progetto “Le vie dei diritti”, proseguiranno sino al 31 ottobre 2019 e avverranno nei giorni dell’anniversario della morte delle vittime della mafia così commemorate. Una iniziativa senza dubbio lodevole che accende i riflettori su storie e persone per tanti anni ingiustamente cadute nell’oblio.
Oltre a Felicia Impastato, altre due donne indomite ed eroiche verranno ricordate con la nuova denominazione delle strade. Sono Maria Vallone e Francesca Serio. Maria Vallone, rimase vedova a 28 anni con una figlia di 4 anni. Era la moglie del sindacalista di Prizzi Giuseppe Rumore, ucciso il 22 settembre 1919. Maria, attivista socialista, denunciò gli assassini e accusò gli inquirenti di non indagare adeguatamente. È morta il 25 febbraio 1985.
Francesca Serio dopo la morte del figlio, il sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso nel 1955 a Sciara a seguito della sua opposizione alla mafia del feudo, ne raccolse l’eredità morale e puntò il dito contro la mafia e le complicità dei proprietari terrieri. È morta il 18 luglio 1992. Tra le storie antimafia che pochi conoscono c’è anche quella dei fratelli Giovanni, Giuseppe e Vincenzo Santangelo, di Belmonte Mezzagno, tutti contadini. Facevano parte di una cooperativa per l’assegnazione di un feudo. Vennero uccisi il 31 ottobre 1946 nelle campagne di Misilmeri.
Le prossime due intitolazioni si terranno a gennaio. Giorno 16 largo del Daino diventerà largo Pietro Macchiarella, il 18 gennaio la nuova denominazione di via del Segugio sarà via Damiano Lo Greco.
Queste le intitolazioni nel dettaglio: 13 febbraio via Nunzio Sansone (via della Lontra); 25 febbraio via Maria Vallone (strada non specificata); 10 marzo via Placido Rizzotto (via del Levriere); 16 maggio via Salvatore Carnevale (via dell’Airone) e Francesca Serio (via del Cigno); 7 giugno via Nunzio Passafiume (via Pernice); 22 giugno via Giuseppe Casarrubea (via del Volpino) e via Vincenzo Lo Iacono (via dello Spinone); 5 agosto via Andrea Raia (via della Martora); 7 agosto via Filippo Intili (via Folaga); 10 settembre via Agostino D’Alessandria (via Cinciallegra); 22 settembre via Girolamo Scaccia (via della Capinera) e via Giovanni Castiglione (largo dei Fagiani); 22 ottobre via Giuseppe Maniaci (via dell’Allodola); 31 ottobre largo Fratelli Santangelo (largo del Fringuello).
Con la memoria, si sa, noi siciliani abbiamo un rapporto a volte controverso. Ma bisogna guardare a cosa è stato per pianificare meglio il nostro futuro e fare tesoro degli insegnamenti di chi si è impegnato in prima persona, e senza timore, per cambiare le cose. Ci vuole coraggio anche per voltarsi indietro. Le vittime della mafia non possono di certo cadere nel dimenticatoio: lo dobbiamo a loro, a noi stessi e soprattutto alle future generazioni.