Per l’85% dei siciliani le politiche per il Sud non hanno mai funzionato e l’autonomia regionale è stata mal gestita e per questo è una occasione sprecata. Colpe equamente divise fra i governi che si sono succeduti sia a Roma che a Palermo negli anni. Ma a fronte di questo dato c’è un segnale positivo ovvero una crescente richiesta di autonomia. Solo per il 18% dei siciliani va bene così come è ma per un altro 60% può essere importante per lo sviluppo e imparare a usarla è una delle richiesta avanzate alla classe dirigente. Soltanto il 22% considera l’Autonomia un sistema nefasto da abolire. 

I dati emergono da un ‘abstract’ inedito dell’indagine demoscopica dell’Istituto Demopolis condotta su incarico del governo della Regione. Si tratta delle medesima indagine che ha indicato solo nel 38% i consensi raccolti nei primi 15 mesi dal governo Musumeci ma dando segnali di crescita della fiducia nelle istituzioni anche se ancora molto bassa. Dati non positivi ma che non sorprendono per il governatore.

In quella stessa indagine l’Istituto di Pietro Vento ha fatto altre due domande ai siciliani intervistati.

Hanno funzionato le politiche attuate dai Governi nazionali negli ultimi 10 anni per lo sviluppo delle regioni del Sud? è stato il primo quesito. Per nulla, secondo l’opinione dell’85% dei siciliani. Emerge chiara, dall’indagine la convinzione che si sia trattato di investimenti spesso non produttivi ed inefficaci, ma soprattutto non in grado di incidere per compensare il divario di sviluppo e di servizi fra la Sicilia ad altre aree del Paese.

Alla luce di questa diffusa consapevolezza, focalizzando le problematiche rimaste immutate nei decenni, nelle interviste condotti da Demopolis, il convitato di pietra è stato l‘Autonomia speciale: una potentissima “occasione mancata”; uno “strumento stravolto”, dichiarano i cittadini.

Il nodo dell’Autonomia siciliana – secondo i dati dell’analisi Demopolis – resta centrale: il 18% non esprime riserve sull’istituto; il 60% dei cittadini ne ritiene le prerogative positive, ma mal gestite fino ad oggi; oltre un quinto, invece, supererebbe l’Autonomia senza indugi.

Oggi, solo sono 3 siciliani su 10 a non ritenere importante la “specialità” dell’Isola, mentre il 64% dei siciliani ne vorrebbe il rilancio, proprio nei giorni in cui l’Autonomia differenziata richiesta da alcune regioni del Nord si certifica come un processo oscuro, i cui effetti futuri appaiono di difficile previsione.

PER IL GOVERNO UNO STIMOLO A PROSEGUIRE SULLA STRADA AUTONOMISTA

Nella nebulosità del progetto, cresce fra i siciliani il timore che le sperequazioni fra le regioni italiane, in termini di servizi e prestazioni sociali, rischino di amplificarsi ulteriormente.

Una indagine i cui risultati, in realtà, possono essere guardati in entrambi i sensi e volendo si può vedere il bicchiere mezzo vuoto (leggasi il fallimento delle politiche autonomistiche e di sviluppo) o mezzo pieno (leggasi il ritorno ad una domanda di autonomia positiva e produttiva)

MA LA SICILIA NON E’ PRONTA A GESTIRE LA SUA AUTONOMIA

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