I dipendenti delle ex province siciliane sono in piazza del Parlamento a Palermo per protestare contro il disinteresse del Governo regionale circa il futuro dei Liberi Consorzi Comunali e delle Città Metropolitane che si trovano quasi tutti in pre-dissesto e nell’impossibilità di chiudere i bilanci di previsione 2018-2020 per il prelievo forzoso dello Stato quale contributo alla finanza pubblica che li ha portati sull’orlo del default.
Sono in attesa di avere un confronto con l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao. Già la provincia di Siracusa ha dichiarato il dissesto economico e gli altri enti sono pronti a farlo. Solo Trapani e Agrigento hanno approvato il bilancio di previsione dell’anno scorso. I dipendenti sono scesi in piazza perchè le norme inserite nella Finanziaria regionale per cercare di alleviare le sofferenze finanziarie degli enti sono state stralciate e quindi non andranno in aula col rischio che molti enti sono vicini alla paralisi e dal prossimo mese di febbraio non potranno pagare gli stipendi ai dipendenti perché le tesorerie hanno bloccato il pagamento di ogni mandato.
Una delegazione dei sindacati ha incontrato l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao.
“Abbiamo chiesto all’assessore – dicono Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo di Cgil e Fp Cgil, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera di Cisl e Cisl Fp, Claudio Barone ed Enzo Tango di Uil e Uil Fpl – di farsi portavoce con il presidente della Regione della nostra esigenza di organizzare al più presto un tavolo con il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, i capigruppo dell’Ars e tutti i
deputati e i senatori siciliani. Lo scopo è quello di tracciare la strada più breve verso una norma salva-province. Ognuno deve assumersi la propria responsabilità di fronte alla situazione critica in cui si trovano ormai gli enti di area vasta per via dei pasticci legislativi, sia nazionali sia regionali, che si sono susseguiti in questi ultimi anni”.
Armao ha subito contattato il presidente Musumeci e ha garantito che già la settimana prossima potrebbe svolgersi il primo incontro. “È una buona notizia, ma non ci fermeremo fino a che non saremo certi che si sta lavorando seriamente sulla questione. Non c’è più tempo da perdere
– concludono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – le ex Province sono al collasso e non siamo più disposti ad accettare meri aiuti economici, pure se necessari: servono risposte politiche che risolvano una volta e per sempre il problema delle province. A chiederlo a noi e alle Istituzioni sono i lavoratori di questi enti e i cittadini, che sempre di più si ritrovano privati di servizi fondamentali per la collettività, dalle strade alle scuole ai servizi per le fasce deboli della società”.
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