“Dal 29 maggio 2017 ad oggi 1.625 giovani imprenditori aspettano di insediarsi e si rischia di perdere le somme previste dal Programma di Sviluppo Rurale. Trenta mesi passati tra bandi, graduatorie pubblicate e ripubblicate, rettifiche e istruttorie riaperte”.
E’ quanto si legge in una nota di Coldiretti Sicilia.
E ancora: “Per scongiurare la restituzione degli aiuti a causa dei ritardi e gli errori dell’amministrazione regionale, di recente sono state avviate procedure inusuali che coinvolgono le ditte che hanno partecipato ai bandi per il finanziamento responsabilizzando così gli agricoltori e “affrancando” la burocrazia”.
“Di fronte a questo sistema non possiamo rimanere indifferenti – commenta Francesco Ferreri, presidente Coldiretti Sicilia – che sottolinea come su questo e su molte altre vertenze in tutta l’Isola c’è una profonda preoccupazione e una forte insoddisfazione perché le inefficienze non possono essere sempre pagate dagli imprenditori.
Ci sono intere aree, soprattutto dell’entroterra, completamente prive di qualsiasi infrastruttura – aggiunge il presidente – . Non esiste un piano di crescita dei settori strategici dell’economia regionale come quello ortofrutticolo su cui pesa la concorrenza estera, il grano siciliano continua a non avere un prezzo adeguato e per le stesse ragioni, i cerealicoltori sono costretti a svendere il loro prodotto di qualità così come il prezzo dell’uva è irrisorio.
E ancora. Come si fa a costituire task force pensando solo alla programmazione del 2030 quando su quella in corso si sta facendo poco o pochissimo imputandolo alla mancanza o alla poca qualificazione del personale? Il tutto – prosegue Francesco Ferreri – in una Regione dove gli imprenditori sono impegnati in un’importante fase di internazionalizzazione. Giusto programmare il futuro ma contemporaneamente vanno risolte le questioni del presente. Le aziende non possono permettersi tempi e modalità non certi con il pericolo di fallimento e aspettando che la burocrazia faccia il suo lungo e molte volte poco sensato percorso. Purtroppo lo scollamento tra gli imprenditori e la politica devasta un’economia fatta da persone che rischiano tutto per le loro imprese e per il bene della Sicilia.
Il settore agricolo – aggiunge Ferreri – ha bisogno di un piano di investimenti e di snellimento burocratico che nell’Isola è ancora all’anno zero. Non si va al di là di proclami, convocazioni spot di tavoli senza continuità sottraendosi anche alle indicazioni in merito dei regolamenti comunitari.
Così non è possibile crescere – conclude il presidente regionale Coldiretti -. Ma soprattutto qual è la strategia per arrivare ad un “Modello Sicilia” ? Dai tavoli e dalle task force devono uscire dei progetti mirati ma nessuno conosce quali siano.
Ad oggi, in termini assoluti, non è stato speso nemmeno l’intero importo dei progetti decretati dalla vecchia programmazione e transitati come finanziamenti nella nuova”.
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