Scoppia la protesta dei lavoratori delle mense e pulizie scolastiche e “aziendali”. Una mobilitazione nazionale che ha luogo anche in Sicilia con un presidio a Palermo davanti la Prefettura ed in altre città della regione,in concomitanza con la discussione in aula per la conversione del Dl Rilancio.
La protesta è stata indetta dalle segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uil Trasporti perché “la situazione di questi lavoratori – dicono i sindacati – continua ad essere grave e a presentare questioni irrisolte, nonostante le richieste delle organizzazioni sindacali a tutti i livelli e le manifestazioni e iniziative messe in campo a livello regionale e territoriale. Lavoratrici e lavoratori che, ad oggi, hanno terminato la copertura dell’ammortizzatore sociale, il Fis, con causale “emergenza COVID-19” e per i quali i sindacati stanno chiedendo alle imprese la collocazione in Fis Ordinario, ricevendo positiva disponibilità solo da alcune. Lavoratrici e lavoratori molti dei quali senza reddito da 3 mesi a causa dell’indisponibilità di numerose imprese a dare l’anticipo dell’assegno ordinario, del grave ritardo nella liquidazione dell’indennità da parte dell’Inps, a volte dovuta alla lentezza nella compilazione del modello SR41 da parte delle aziende e che, come ogni anno, vedranno sospesi i loro contratti a giugno, con la fine dell’anno scolastico, per riprendere con l’inizio del prossimo, rimanendo per questi mesi senza retribuzione, senza ammortizzatori e senza possibilità di ricercare una nuova temporanea occupazione preclusa dagli effetti della crisi in atto”.
I segretari generali di Filcams, Fisascat, Uiltucs e Uiltrasporti Sicilia rispettivamente Monia Caiolo, Mimma Calabrò, Marianna Flauto e Agostino Falanga chiedono “certezze rispetto alla ripresa a settembre dell’anno scolastico 2020/2021″.
Inoltre “alla condizione delle mense e pulizie scolastiche, si aggiunge la situazione problematica delle mense e pulizie del settore privato, che avendo già esaurito la fruizione delle settimane di CIGD previste dal DL Rilancio, sono prive di ammortizzatori ordinari se l’azienda committente, per il proprio personale diretto, non attiva la Cassa Integrazione. La condizionalità ad oggi esistente tra il ricorso agli ammortizzatori dell’appaltatore e del committente va rimossa modificando la norma, perché in assenza di correttivi si lasciano senza tutela migliaia di lavoratori e lavoratrici”.
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