L’emergenza dentro l’emergenza.
Se è difficile ogni giorno convivere con l’autismo, lo diventa ancora maggiormente ai tempi del Coronavirus e dell’isolamento in casa.
Il 2 aprile, Giornata Mondiale dell’Autismo, anche Palermo avrebbe dovuto partecipare a questa ‘celebrazione’ di abbracci e condivisione che invece non ci sarà.
E se pesa a tutti stare chiusi in casa, pensate a quanto gravoso possa essere per i bambini e ragazzi ‘speciali’ difficili da gestire.
Lo conferma Rosi Pennino, presidente di ParlAutismo, onlus da anni impegnata insieme ad altre realtà associative, nell’elaborare proposte e progetti che possano migliorare la vita di bambini e ragazzi con autismo e delle loro famiglie.
In questi giorni interminabili, che sembrano tutti uguali, il telefono di Pennino squilla senza sosta.
A chiamarla sono genitori in difficoltà. Anni di sacrifici, terapie ed attività laboratoriali di bambini e ragazzi rischiano di essere vanificati.
“A tutti – racconta a BlogSicilia Pennino – questo silenzio sembra strano e surreale ma noi ci siamo abituati. Anche prima non potevamo portare i nostri ragazzi al supermercato, anche prima non potevamo uscire. I nostri ragazzi non mettono la mascherina e per strada potrebbero abbracciare compulsivamente qualcuno.
Adesso, come tutti, devono giustamente stare a casa. Ma le nostre difficoltà si sono acuite”.
Abbattere muri e rompere silenzi, questo fanno quotidianamente le famiglie dei ragazzi speciali, ma adesso il nemico è invisibile.
Ed in prossimità del 2 aprile, le famiglie vogliono ribadire che ci sono, e che faranno la loro parte con coraggio e determinazione. Diffonderanno sulla rete un video per parlare di autismo e far comprendere come stanno vivendo quanto sta accadendo, condividendo un abbraccio anche se solo virtuale.
Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha intanto comunicato che nella Giornata Mondiale dell’Autismo il Palazzo Reale di Palermo verrà illuminato di blu, il colore che simboleggia la ricorrenza.
Sarà un 2 aprile diverso ma all’insegna del dono e della generosità di queste straordinarie famiglie.
Lo conferma Pennino: “Di solito il 2 aprile serve per chiedere e rivendicare. Quest’anno vogliamo donare speranza a tutti. Questo senso di precarietà e preoccupazione per i propri figli, che ogni genitore avverte di fronte alla minaccia del contagio, ora è grandemente amplificato. Dovete sapere che noi lo sperimentiamo ogni giorno. Noi conosciamo bene l’incertezza del futuro e la solitudine del presente“.
Alle famiglie non resta dunque altro da fare se non scambiarsi informazioni e sostegno, facendosi coraggio a vicenda.
“Come tutti, non sappiamo quanto durerà questo isolamento – dice ancora Pennino – ma vogliamo far capire che per noi non esiste un decreto che ci dice quando finirà l’autismo dei nostri figli. Abbiamo bisogno di supporto, di comprensione nelle circostanze difficili della nostra quotidianità, di interventi mirati, di attenzione“.
Infine l’amara constatazione: “Avevamo chiesto, prima di entrare nella fase emergenziale, attraverso la Garante regionale per le Disabilità, ad Asp ed autorità competenti, una piccola task force dedicata. Pensavamo semplicemente ad un numero telefonico per le famiglie con soggetti autistici, non è stato fatto, ma questa è un’altra storia”.
(Nella foto, un momento della Giornata Mondiale dell’Autismo celebrata lo scorso anno al Teatro Politeama di Palermo).
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