“Cercasi padano per l’assessorato alla identità siciliana. Così la regione diventerà bellissima”.
Salvo Fleres, portavoce di Unità Siciliana- LeApi, ironizza sul prossimo ingresso della Lega nella giunta regionale.
“La prova per l’attribuzione della carica – dice Fleres – consisterà nella spiegazione del termine schiticchio, nella pronunzia del numero trentatré e nella spiegazione della frase moviti fermu”.
Intanto sono tre i nomi che circolano nei corridoi dei palazzi della politica per la nomina del nuovo assessore regionale ai Beni culturali della Regione siciliana: Orazio Ragusa, Matteo Francilia, Fabio Cantarella.
Dopo il via libera di Musumeci ieri alla fine di un vertice di maggioranza durato cinque ore, l’unica cosa certa, però, è che a indicare il nome sarà la Lega che così entrerà in giunta rispettando un antico accordo.
La Lega, infatti, fa parte della coalizione che sostiene Musumeci fin dalle elezioni del 2017 e dunque la richiesta e lo spazio ottenuto sono politicamente un fatto indiscutibile anche se non possono che sollevare polemiche e critiche dai detrattori del partito di Salvini che in Sicilia sono tanti come è facile immaginare in tutto il Sud.
“Musumeci ha fatto l’ultima cosa della quale i siciliani sentivano il bisogno: ha svenduto la nostra identità culturale alla Lega” dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars.
“Si resta sbigottiti nel pensare che la nostra storia e il nostro patrimonio culturale siano stati offerti su un piatto d’argento a Salvini, che si è sempre contraddistinto per il suo bagaglio politico di disprezzo ed intolleranza nei confronti della Sicilia e del Meridione. E invece di difendere i nostri valori, Musumeci fa entrare la Lega dalla porta principale, stendendo tappeti rossi”.
“Anche se Salvini ha dimenticato gli attacchi di Miccichè – conclude Lupo – può essere certo che i siciliani non dimenticheranno le offese ricevute in questi anni da lui e da tanti leghisti”.
“L’idea di affidare l’assessorato ai beni culturali e all’identità siciliana alla Lega può rappresentare un ostacolo al rilancio dell’isola in termini di promozione del territorio e ripartenza del settore turistico” sostiene, invece, Antonio Ferrante, esponente del PD già responsabile cultura siciliano, commenta l’ingresso della Lega nella giunta regionale siciliana.
“Ieri la Lega faceva dell’insulto ai meridionali un elemento caratterizzante, oggi invece, con ipocrisia e per mera convenienza elettorale, Salvini prova a spostare il polo d’odio al di fuori dal nostro Paese. Un assessore alla cultura e all’identità siciliana che predica la chiusura e il sovranismo inevitabilmente macchierebbe l’immagine della Sicilia come terra di accoglienza e di apertura che ne ha fatto le fortune in tanti settori, a partire da quello turistico. Ci auguriamo che, per una volta, – conclude Ferrante – il Presidente Musumeci mostri buon senso prima dell’ennesima decisione preoccupante e delle sue disastrose conseguenze“.
Critica anche la posizione del capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Giorgio Pasqua.
“I beni culturali e soprattutto l’identità siciliana passano nelle mani della Lega di Salvini? Musumeci non poteva trovare peggiore maniera di oltraggiare la storia, l’orgoglio e le aspettative politiche dei siciliani.
“C’è voluto più di un anno – prosegue Pasqua – per trovare un nuovo titolare per i Beni culturali, dopo la scomparsa di Tusa. A prescindere dal nome che si sceglierà, il partito è certamente il meno adatto cui affidare le chiavi dell’ineguagliabile patrimonio culturale e artistico siciliano. In un momento in cui i siciliani guardano al governo Musumeci con ansia e trepidazione, in attesa di risposte che diano ristoro a tante categorie in ginocchio, l’esecutivo replica nel peggiore dei modi possibili. Questa operazione merita solo un commento: è una vergogna”, conclude Pasqua.
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