Una folla commossa è pronta a stringersi attorno alla comunità di Misilmeri lunedì 7 aprile, quando verrà rivolto l’ultimo saluto a Sara Campanella: si svolgeranno alle 10:30, nella chiesa di San Giovanni Battista, i funerali della giovane assassinata quattro giorni fa a Messina da un collega universitario. A presiedere la funzione ci sarà l’arcivescovo Corrado Lorefice. Il corpo della 22enne farà rientro domani, sabato 5 aprile, a Portella di Mare: lì Sara riceverà l’abbraccio degli affetti più stretti. La camera ardente sarà invece allestita domenica 6 aprile, a partire dalle 10:30.
Per agevolare la partecipazione dei cittadini, il Comune ha previsto aree di sosta in Via Pellingra (nello spazio solitamente destinato al circo) e presso la zona artigianale. Da questi punti sarà attivo un servizio navetta gratuito con fermata nei pressi di Viale Europa, vicino alla Caserma dei Carabinieri, da cui si potrà poi raggiungere a piedi il centro cittadino.
Proclamato lutto cittadino
Il sindaco Rosario Rizzolo, con un’ordinanza ufficiale, ha proclamato per lunedì 7 aprile una giornata di lutto cittadino, in segno di partecipazione e rispetto per la tragedia che ha colpito la comunità. Sono previsti: Bandiere a mezz’asta sugli edifici comunali e un minuto di silenzio alle ore 11:00 presso le sedi istituzionali.
L’amministrazione comunale invita inoltre cittadini, enti pubblici, associazioni e attività commerciali a manifestare la propria vicinanza alla famiglia di Sara nel modo che riterranno più opportuno, compresa la sospensione temporanea delle attività, fatta eccezione per i servizi essenziali e obbligatori, durante lo svolgimento della cerimonia funebre.
Gli studenti ricordano Sara e Ilaria, in centinaia in piazza: “La donna non è oggetto del controllo maschile”
Ilaria e Sara erano due donne libere che rivendicavano la facoltà di scegliere. Oggi, 4 aprile, ReAzione Giurisprudenza ha voluto dare voce a coloro che di voce non hanno più. Un centinaio di studenti si sono radunati a piazza Pretoria a Palermo per lanciare un grido di allarme. “Chiediamo che lo Stato intervenga – ha dichiarato Anna Galioto, componente ReAzione Giurisprudenza – che sia presente, che faccia qualcosa e che lo faccia subito partendo dalle basi. Iniziamo dalle scuole, dobbiamo rieducare i giovani partendo dai valori fondamentali. Non possiamo ancora vivere in una società patriarcale. Bisogna cambiare tutto dalle basi attraverso l’educazione affettiva ma anche raccontando la storia delle donne documentando il percorso di emancipazione e la ribellione a tutte le forme di oppressione”.
“Abbiamo sottovalutato la forza di un patriarcato che dura da millenni e continua a trasmettere l’idea che la donna è oggetto del controllo maschile – Daniela Dioguardi, responsabile Biblioteca delle donne UdiPalermo – dobbiamo essere consapevoli di avere davanti un problema complesso: tutta la comunità deve farsi carico di questa situazione e veicolare un messaggio di rispetto della differenza di genere. La scuola può avere un ruolo privilegiato ma non aggiungendo discipline, bensì con un occhio critico nei confronti di tutto il patrimonio culturale androcentrico che si continua a trasmettere. La situazione rispetto a prima è un po’ cambiata, perché ci sono alcuni uomini che hanno iniziato a mettersi in discussione facendo rete nelle associazioni, ma c’è ancora molta resistenza maschile nel fingere di non capire o di non essere coinvolti in questo problema”.
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