Una donna di Lascari, nel palermitano, è stata assolta dall’accusa di aver indotto una minore alla prostituzione. La terza sezione penale collegiale del tribunale di Palermo l’ha assolta perché “il fatto non sussiste” secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia. L’imputata finì sotto processo perché accusata inizialmente dalla stessa ragazzina. Eppure proprio questa donna aveva fatto venir fuori la vicenda, denunciando tutto ai carabinieri.
La vicenda trae spunto da un’indagine dei carabinieri, partita in seguito a quanto raccontato da questa donna che poi è finita sotto processo e adesso assolta. In pratica la figlia era amica di questa ragazzina e frequentava casa dell’imputata la quale venne a scoprire alcuni messaggi e foto nel cellulare della ragazzina. Si mise in allarme e prima andò a parlare con la madre della stessa giovane, quindi decise di andare alla stazione dei carabinieri per raccontare tutto.
La vittima di questi abusi raccontò però agli inquirenti che era stata anche questa donna, oltre che la madre, ad averla indotta a prostituirsi. Dichiarazioni che fece alle assistenti sociali quando venne presa in carico da una comunità protetta in seguito all’arresto della madre e alle infamanti accuse che vennero alla luce. La ragazzina disse che in casa di questa madre dell’amica si era prostituita in cambio di denaro. Da qui partì il processo per la donna.
Nel corso del processo, però, le cose si sarebbero ribaltate. La vittima, di cui sarebbe stato accertato una sorta di ritardo mentale in seguito ad alcune perizie, avrebbe al contrario sostenuto che proprio la madre di questa sua amichetta non l’avrebbe mai indotta a prostituirsi. Anzi, proprio sua madre l’avrebbe spinta a continuare mettendola a sua volta in guardia da quel che le diceva quest’altra donna.
Sulla base di quanto emerso nel corso del dibattimento il giudice della terza sezione del tribunale di Palermo ha assolto la donna. Da evidenziare che nel gennaio scorso, nell’ambito di un altro processo, è stata invece condannata in primo grado dal tribunale di Termini Imerese la madre della vittima di questi abusi a 3 anni. Ad essere confermato in questo caso che la ragazzina sarebbe stata spinta a vendere il proprio corpo in cambio di favori, denaro e sigarette.