Maggioranza in Consiglio Comunale cercasi a Palermo. Dopo il rimpasto in Giunta portato a termine con tanta fatica dal sindaco Roberto Lagalla, la coalizione di centrodestra fatica a compattarsi, non riuscendo nemmeno ad aprire i lavori d’aula nelle ultime sedute. Fatto avvenuto per due giorni consecutivi, con il dibattito a Sala Martorana chiuso per mancanza del numero legale. Discussione decaduta anticipatamente durante il prelievo della mozione sull’autonomia differenziata. Ma i problemi sembrano affondare le proprie radici in dissidi mai chiariti all’interno della coalizione e venuti fuori in tutta la loro magnitudo durante la discussione del cosiddetto ‘regolamento movida‘.
Un atto di cui si sono perse le tracce nei meandri del Consiglio Comunale, in attesa di trovare una quadra fra le anime del centrodestra. Dopo l’accesa discussione avvenuta qualche settimana fa fra il capogruppo della Nuova DC Domenico Bonanno e quello di Lavoriamo per Palermo Dario Chinnici, il destino dell’atto rimane sospeso. Ciò anche se potrebbe arrivare presto il momento del prelievo dello stesso. Una matassa che toccherà probabilmente sbrogliare al sindaco, ora che Roberto Lagalla ha finalmente risolto la questione del rimpasto, con il giuramento di Pietro Alongi ed Alessandro Anello in qualità di neo-assessori.
Cambi al vertice che non hanno però accontentato tutti, anzi. A Fratelli d’Italia sembra essere quasi rimasto un nodo alla gola per l’accordo sui posti di sottogoverno concordato ad Ognissanti proprio con il sindaco e saltato in extremis dopo le polemiche degli alleati. Ed anche in casa Nuova DC gli animi non sembrano del tutto sereni, soprattutto dopo che sono state rispedite al mittente le richieste di inserimento di un nuovo assessore in Giunta. Dissidi, fratture che non sembrano essersi rimarginate del tutto. A dimostrarlo le numerose assenze fra i banchi della maggioranza, ben al di sotto delle proprie possibilità numeriche durante le ultime sedute d’aula.
C’è chi invece, a voler effettuare un’operazione di sovrascrittura, vede un’analogia con quanto avvenuto ieri pomeriggio all’Ars. A Sala d’Ercole infatti, la maggioranza di Renato Schifani è affondata durante la trattazione del bilancio consolidato. Ciò a causa delle assenze fra i banchi del centrodestra, che non è riuscita a superare le resistenze delle opposizioni (28 voti quelli a favore, così come quelli contrari). A dare la spallata decisiva all’atto è stato un ex di lusso come Gianfranco Miccichè che, a margine di quanto accaduto in aula, si sarebbe tolto anche qualche sassolino dalla scarpa.
A mancare nel centrodestra soprattutto i voti degli assessori regionale nella doppia vesta di deputati, nonchè le preferenze di chi era presente a Sala d’Ercole ma non ha votato nel momento decisivo. Un tonfo al quale l’esecutivo regionale ha posto subito rimedio, con il varo del nuovo atto e dei relativi correttivi, ma che lascia la porta aperta alle interpretazione, con particolare riferimento a quanto potrebbe succedere politicamente nel 2024.
Ed è proprio dal centrosinistra che piovono attacchi all’Amministrazione Comunale, in particolare sulla mozione relativa all’autonomia differenziata. “Evidentemente hanno paura di affrontare il tema – sottolineano gli esponenti di Progetto Palermo, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Oso e Gruppo Misto -. Un comportamento irresponsabile che non consente al Consiglio di affrontare i tanti problemi della città, tra cui i servizi per i disabili, la raccolta dei rifiuti, la viabilità e l’illuminazione pubblica. Per non dire poi delle tante cose rimaste in sospeso nei mesi scorsi: dal regolamento movida al regolamento per il mercato di Ballaró, passando per gli attesi ristori per i danni causati dagli incendi al blocco delle stabilizzazioni del personale comunale”.
Poi l’attacco si sposta sul fronte politico. “Evidentemente il “rimpastino” della giunta Lagalla ha complicato la crisi della maggioranza, rischiando di compromettere i sacrifici richiesti ai cittadini e alle cittadine di Palermo per il risanamento dei conti del Comune con l’aumento dell’addizionale IRPEF.Intervenga il Sindaco per riportare il buon senso all’interno della sua rissosa coalizione, se davvero vuole impedire che Palermo sprofondi tra i problemi irrisolti”.