“Squadra che vince non si cambia”: così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha voluto “confermare” Marco Betta alla guida della Fondazione Teatro Massimo. E lo ha fatto ieri durante la presentazione della stagione 2024-2025 del Massimo.

Ventiquattro ore dopo, però, durante l’inaugurazione della fermata ferroviaria Palermo-De Gasperi, arriva la risposta del presidente della Regione Renato Schifani, che frena gli entusiasmi: “Su Betta il sindaco parla per sé, con tutto il rispetto nei suoi confronti: non decide da solo”.

Il governatore dell’isola sottolinea inoltre: “Il Teatro massimo, che è una nostra eccellenza, vede come partner strategici la Regione per il 30% degli interventi e il Ministero per il 50%: sono decisioni che vanno concertate, personalmente mi sarei astenuto da dichiarazioni del genere però ognuno è responsabile di ciò che dice”.

Schifani, “Tutti sono bravi ma nessuno è insostituibile”

Schifani aggiunge: “Anch’io sono un sostenitore del motto ‘squadra che vince non si cambia’, però tutti sono bravi ma nessuno è insostituibile. Sono rimasto stupito da queste dichiarazioni, ma sono convinto che con il senso di responsabilità che contraddistingue il sindaco, il ministro Sangiuliano e il sottoscritto troveremo una soluzione”.

La replica di Lagalla

Non si è fatta attendere la risposta di Lagalla: “Non c’è dubbio. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Abbiamo dimostrato che c’è una forte utilità nell’attuale compagine per superare, come sono stati superati, i problemi del teatro Massimo. L’utilità è stata dimostrata”.

L’investitura di Lagalla per Betta

Ieri, il primo cittadino aveva espresso la sua posizione nel corso delle interviste: “Mi hanno insegnato che squadra che vince non si cambia. Dunque, per quanto riguarda questa parte della proprietà (il Comune, ndr) non trascurabile, l’indirizzo va in questa direzione”. Parole che sanno di investitura che ieri, a Villa Igea durante la presentazione della prossima stagione al Teatro Massimo, sono anche state accompagnate da molti applausi.

Un segnale molto chiaro nella partita che si giocherà tra Roma e la Sicilia, con tre protagonisti principali: il ministero della Cultura, il Comune e la Regione. La nomina spetta al ministero su proposta del consiglio di indirizzo che presenta una rosa di candiati.

Il consiglio è formato dal presidente della Fondazione, lo stesso sindaco, da un componente scelto dal Ministero, uno prescelto dal Comune, uno selezionato dalla Regione e un ‘misto’ gradito a tutti gli altri.