Un appello al presidente Musumeci per una soluzione urgente nei riguardi della crisi che ha colpito lo scalo aeroportuale di Trapani Birgi. Questa mattina è comparso sul Giornale di Sicilia un avviso a pagamento del comitato “#sevolovoto”. Inizialmente si riteneva fosse sponsorizzato da Assaeroporti, l’Associazione Italiana dei Gestori Aeroportuali. Associata Confindustria, Federtrasporto, IFSC e membro ACI EUROPE ma così non era.
Il comitato, sorto per rilanciare lo scalo trapanese, ha voluto inviare un appello al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, per porre rimedio alla crisi che ha colpito l’aeroporto di Trapani Birgi. Grazie alla crisi dello scalo trapanese, secondo i suoi membri, avrebbe beneficiato l’aeroporto palermitano di Punta Raisi con un travaso di passeggeri. Birgi, secondo i dati pubblicati dalla stessa confederazione, registra un calo di passeggieri che si aggira sul milione mentre a Palermo è record di afflussi che tocca il +1,3 milioni. Finora non ha avuto esito il tentativo di accorpare le due società che gestiscono gli scali, l’Airgest di Trapani e la Gesap di Palermo.
“Il maggior azionista di Gesap (il Comune e la città metropolitana di Palermo, che detengono circa il 73% delle quote della società che gestisce lo scalo del capoluogo siciliano, ndr) si bea sui social dell’incremento del passeggeri sull’aeroporto di Punta Raisi – si legge nell’appello -, dopo averli scippati all’economia di un territorio povero come quello di Trapani. Il vantarsi pubblicamente di un successo ottenuto alle spalle di un territorio limitrofo, appare ai cittadini di Trapani un atto di strumentalizzazione politica che non riusciamo a far passare sotto silenzio”.
I dati sulla popolazione residente a Trapani e in provincia, dimostrano che il picco demografico coincide con il periodo di maggiore traffico passeggeri a Birgi, il 2013, e che da quel momento il decremento è stato costante, tanto che Assaeroporti definisce i trapanesi «profughi economici di una terra che ha perso spirito solidale» e «cannibale» il tipo di politica esercitata. “Il principale azionista di Gesap – si legge ancora nell’appello, che ventila lo sciopero elettorale con l’hashtag ‘sevolovoto’ – afferma che non intende accollarsi i debiti di Airgest e che una volta ripianati è disposto a realizzare la fusione/collaborazione. Ma Airgest oggi non ha debiti e nelle casse dell’ente ci sono 9 milioni”.
(fonte Ansa)
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