Si erano appartati in una traversa in una zona “defilata”, due giarresi intenti a smontare i pezzi dal motore di una Fiat 500, ma non avevano fatto i conti con la capillare presenza sul territorio dei carabinieri.
Al riguardo i militari dell’Arma di Riposto, nell’ambito dei servizi di potenziamento delle pattuglie su strada, per il contrasto in particolare ai reati predatori, nella tarda mattinata sono intervenuti, in pochi minuti, in una traversa di via Aldo Moro, dove era stata segnalata, tramite telefonata al 112 Numero Unico di Emergenza, la presenza di due uomini intenti ad armeggiare su un’autovettura, posteggiata e con il cofano anteriore alzato.
In coordinamento con la locale Centrale Operativa e grazie ad una profonda conoscenza del territorio, i Carabinieri hanno quindi subito raggiunto la “postazione di lavoro” illegale creata all’aperto. Posizionati nella parte finale di una strada senza uscita, protetti da sguardi indiscreti grazie alla presenza di fitta vegetazione circostante, i due uomini sono stati infatti sorpresi dai militari quando ancora stavano cannibalizzando il mezzo, bloccandoli prima che potessero fuggire.
Messi i due in sicurezza, anche grazie al sopraggiungere di un equipaggio di rinforzo, si è così passati ad ispezionare la Fiat 500, da cui la coppia, un 42enne ed un 43enne, entrambi di Giarre e noti alle Forze dell’Ordine per pregresse vicende giudiziarie, stavano appunto rubando pezzi di ricambio.
Dal motore dell’auto, infatti, mancava la batteria di avviamento, mentre appoggiati lateralmente, erano presenti una chiave per smontaggio, bulloni e la lama di un taglierino. A terra, oltre alla batteria appena smontata, i militari hanno poi trovato una cassetta per attrezzi di colore nero e coperchio giallo, aperta con all’interno, tra l’altro, una chiave a “stella” modificata ad hoc per forzare serrature di apertura e di accensione di autovetture, della lunghezza di circa 16 cm.
Dalle verifiche effettuate nell’immediatezza, è così emerso che la Fiat 500 era stata rubata a Giarre una decina di giorni prima, per cui era appunto in corso lo smontaggio dei pezzi ritenuti appetibili sul mercato illecito. Durante i controlli, i Carabinieri hanno poi notato, affiancata alla city car, una Lancia Y, risultata di proprietà del 43enne, al cui interno è stata recuperata una centralina di autovettura, verosimilmente utilizzata per consumare altri furti, che è stata sequestrata, come pure la Lancia Y, oltretutto sprovvista di copertura assicurativa obbligatoria. La Fiat 500 è stata restituita al proprietario, che ha sentitamente ringraziato i Carabinieri per il loro quotidiano impegno sul territorio. I militari hanno posto entrambi gli uomini a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha convalidato l’arresto.
La scorsa mattina i “Corvi”, ovvero i Carabinieri delle Squadre Motociclisti del Nucleo Radiomobile di Catania, hanno solcato a sirene spiegate le strade della città, al fine di assolvere ad un delicato compito, in cui era coinvolta la vita di una persona. Erano infatti circa le 10, quando la Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, ha ricevuto una richiesta urgente dai medici dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, quella di scortare un veicolo sanitario, che avrebbe dovuto trasportare alcuni organi vitali appena espiantati ad un donatore, da quella struttura alla piazzola di decollo dell’elisoccorso dell’Ospedale “Cannizzaro”.
Ad attenderli sulla pista, poi, ci sarebbe stato un elicottero pronto a decollare per dirigersi al Centro Trapianti di Palermo, dove una “équipe medica” avrebbe preso in consegna il “prezioso carico”, per l’immediato impianto su un paziente.
Nell’occasione, al fine di soddisfare l’importante richiesta, i Carabinieri, in una manciata di minuti, hanno predisposto e coordinato un servizio di viabilità e scorta, che ha visto l’impiego anche di due potenti motociclette in uso all’Arma, Ducati 1200 “Multistrada”.
Subito dopo l’espianto, gli organi sono stati così collocati in appositi contenitori refrigerati e caricati sul mezzo sanitario, che è stato agganciato e scortato dai “Corvi” del Radiomobile, che ha fatto da apripista lungo le strade della città, principalmente lungo la circonvallazione, particolarmente trafficate in un orario congestionato come quello di tarda mattinata.
Il convoglio è così partito spedito, con la costante consapevolezza che ogni minuto perso a causa del traffico, avrebbe potuto essere fatale per chi, nel frattempo a Palermo era in attesa del trapianto, riuscendo a coprire la distanza in meno di 15 minuti.
Anche questa delicata attività, che rientra tra i peculiari compiti dei Nuclei Radiomobili di tutta Italia, è stata portata a conclusione nei tempi previsti, in considerazione del fatto che tra espianto ed impianto le tempistiche sono particolarmente ridotte; nello specifico per il cuore al massimo 4 ore, per il polmone meno di 6 e per il fegato non più di 12, mentre per il rene anche 36 ore.