Il giudice per le indagini preliminari Cristina Lo Bue non ha convalidato il fermo della giovane di 27 anni arrestata dalla polizia e accusata di decine di furti di cellulari negli esercizi commerciali a Palermo. Per la ladra di telefonini, tablet e anche borse e portafogli il giudice non ha ravvisato il pericolo di fuga, ma ha disposto la misura della detenzione in carcere.

È accusata di 27 colpi a Palermo

La giovane è accusata di 27 colpi messi a segno tra aprile dello scorso anno e febbraio scorso. Gli agenti dei commissariati Zisa, Oreto e Libertà hanno organizzato un controllo del territorio per riuscire a beccarla visto che la giovane dal vistoso tatuaggio sulla mano non aveva una fissa dimora.

Ha confessato, “Sono dipendente dalla droga”

Durante l’interrogatorio assistita dall’avvocato Salvatore Ferrante, ha ammesso le proprie responsabilità. La 27enne ha confessato di essere dipendente dalla droga, di essere stata già seguita dagli specialisti del Servizio per le tossicodipendenze dell’Asp e di aver provato, senza riuscirci a disintossicarsi. Ha detto al giudice di volere riprovare. Adesso si sta cercando la comunità terapeutica per intraprendere il percorso di disintossicazione.

Ladra seriale

Da Brancaccio fino al centro cittadino, dai panifici fino alle gioiellerie, passando per i supermercati, la donna, a partire dal 23 aprile almeno, si sarebbe introdotta nei locali e, manifestando particolare abilità e sveltezza d’azione, avrebbe sottratto con “destrezza” cellulari, tablet e, a volte anche le borse dei dipendenti presenti che avrebbe distratto regolarmente ed abilmente proprio allo scopo di commettere i furti. La giovane è stata ripresa il più delle volte dai sistemi di videosorveglianza delle attività commerciali prese di mira, a causa del considerevole numero dei delitti perpetrati, aveva generato un tale allarme sociale, da spingere le vittime a divulgare le immagini dei furti anche tramite social, nel tentativo di agevolare l’individuazione dell’anonimo responsabile dei reati. La giovane è stata anche riconosciuta dalle vittime.

 

Articoli correlati