Rabbia e dolore al porto di Terrasini per la famiglia Lo Iacono, amici e parenti che ieri in banchina hanno visto arrivare il corpo di Giuseppe Lo Iacono.
Non appena hanno visto il cadavere sceso dalla motovedetta è stato più volte gridato il nome del giovane di appena 33 che insieme era uscito per una battuta di pesca nelle acque trapanesi a bordo del peschereccio di Terrasini ” Nuova Iside” insieme allo zio, l’armatore Matteo Lo Iacono, 53 anni, e al cugino Vito, di 27 anni.
La salma del giovane è stata trasportata al porto di Terrasini per il riconoscimento dei familiari. Dopo l’ispezione sul corpo che non ha mostrato segni la presenza di segni di violenza la salma è stata affidata ai familiari per celebrare il funerale.
L’intero paese è in apprensione per le sorti degli altri due pescatori di cui non si hanno più notizie da mercoledì.
L’equipaggio del peschereccio era in mare da lunedì mattina e avrebbe dovuto fare rientro nel porticciolo di Terrasini mercoledì a mezzogiorno. Cosa possa essere accaduto al largo della costa resta ancora inspiegabile. In molti temono il peggio anche per i due dispersi. Col passare del tempo, infatti, si affievoliscono le speranze di ritrovarli in vita. Il comandante dell’equipaggio, Matteo Lo Iacono, è un armatore molto esperto.
Da sempre pescatore, aveva acquistato il peschereccio ” Nuova Iside” nel 2018. I soccorsi, partiti dopo l’allarme lanciato dai familiari dei Lo Iacono, allarmati per il mancato rientro a casa dei propri congiunti, finora non hanno prodotto gli effetti sperati.
Da due giorni le motovedette della Guardia costiera sorvegliano le acque circostanti anche grazie all’ausilio di un elicottero dell’Aeronautica militare.
Intanto da ieri pomeriggio, anche una nave specializzata nella ricerca di relitti scandaglia i fondali della costa tra Terrasini e Trapani. Il forte vento di scirocco e il mare forza 5 potrebbero aver sorpreso i marinai poco prima del loro rientro. Ipotesi confermata anche da Danilo Lo Iacono, fratello dell’armatore disperso, anch’egli pescatore.
“L’ultimo contatto radio con alcuni pescatori della zona è avvenuto all’alba di mercoledì – racconta Danilo Lo Iacono – Mio fratello aveva comunicato che, a causa del forte vento di scirocco, stavano riscontrando alcune difficoltà nella navigazione ma che comunque sarebbero riusciti a rientrare » . Da quel momento nessun altro contatto. L’ultima posizione rilevata dai radar della Capitaneria di porto è stata 10 miglia al largo di San Vito Lo Capo.
A Terrasini la famiglia Lo Iacono è molto conosciuta: da diverse generazioni si occupa di pesca e della commercializzazione nelle pescherie locali del gambero rosso e del pesce spada. « Una famiglia di lavoratori onesti» li definiscono molti compaesani. Come ogni giorno, anche lunedì sera Matteo, Vito e Giuseppe Lo Iacono sono saliti a bordo del “Nuovo Iside” dirigendosi in mare aperto, senza far più rientro. Il peschereccio navigava in solitaria durante l’ultima battuta di pesca prima della tragedia. Nessuna imbarcazione di appoggio. Casualità che potrebbe essere stata fatale per le sorti dei tre pescatori. Su cosa possa aver causato la scomparsa del ” Nuova Iside”, inghiottito dalle acque agitate tra Ustica e San Vito, ci sono diverse ipotesi: dall’avaria ai motori che avrebbe lasciato il peschereccio in balia dello scirocco, all’onda anomala che potrebbe aver colto di sorpresa l’equipaggio senza dare loro scampo.
«Qualunque cosa sia successa, mio fratello non ha avuto il tempo di lanciare un Sos – racconta ancora Danilo Lo Iacono – La motonave era equipaggiata con tutti i sistemi di emergenza satellitari. Sarebbe bastato premere un pulsante per lanciare l’allarme. Probabilmente, a bordo, non avranno avuto il tempo di farlo».
Intanto da questa mattina un gruppo di venti pescatori terrasinesi, insieme a qualche peschereccio di Castellammare del golfo e San Vito Lo Capo, affianca le ricerche della Capitaneria per il recupero degli altri due dispersi. « Continuiamo a stare vicini nella preghiera e nella speranza alla famiglia Lo Iacono – dice il sindaco Giosuè Maniaci – la nostra comunità sta vivendo ore di angoscia ».
I tre erano andati a pescare pesce spada quando le folate torride dello scirocco li hanno sorpresi. E del peschereccio «Nuova Iside» si sono perse le tracce, forse per sempre.
L’ultimo contatto dei tre marinai con i familiari risale allo scorso martedì sera, intorno alle 19, quando tramite un messaggio su Whatsapp hanno inviato la posizione in cui si trovava l’imbarcazione, al largo di San Vito Lo Capo
. Il «Nuova Iside» è un peschereccio lungo 20 metri, acquistato due anni fa e quindi, almeno in teoria, in ottime condizioni. Dopo la comunicazione di martedì, nessuno li ha più sentiti ed il mare è diventato sempre più pericoloso, fino a raggiungere forze 6-7 mercoledì. E proprio nella mattina di due giorni fa è scattato l’allarme, i familiari non ricevendo più notizie dai tre hanno avvertito la guardia costiera e sono iniziate le ricerche.
«È una tragedia. Aspettavano la fine del “lockdown” per potere ricominciare a lavorare e portare il pane a casa – ha detto il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci -. Invece alla prima uscita lo scirocco li ha messi in difficoltà». È intervenuto pure il presidente della Regione Musumeci: «Ho appreso del ritrovamento del cadavere di uno dei tre marittimi. È una notizia che mi addolora e ai familiari del giovane sento di esprimere il cordoglio personale e di tutto il governo».
«Chi può dirlo cosa può essere successo – dice un pescatore sul molo, con gli occhi lucidi sempre rivolti verso terra -. Se hanno gettato il palamito avranno tentato di recuperarlo e con il mare in tempesta è facile pensare al peggio». Il palamito è una lenza lunga mezzo chilometro che si usa per la pesca sia un superficie che sul fondo. Ha una certa pesantezza e dunque le operazioni di recupero, con la burrasca che 48 ore fa ha soffiato sul golfo del palermitano e trapanese, potrebbero essere state fatali.
Si rivolge invece al cuore di tutti il parroco della chiesa di Maria Santissima della Provvidenza, don Davide Rasa, che più che commentare quel che è accaduto da invece uno spunto di riflessione.
«In questo momento mi vengono in mente le parole che spesso mi sento dire, e cioè che i pescatori sono ricchi, i padroni di barca non hanno problemi di soldi, se la passano bene. Mi chiedo ancora una volta: qualcuno che parla troppo ha mai pensato al vento, alle bufere e ai pericoli che i nostri pescatori ogni giorno subiscono in mare? Quante volte i nostri pescatori dopo giorni in mare, tra vento, burrasche, pioggia e temporale, ritornano al porto senza aver pescato nulla? Abbiamo mai considerato la disperazione di un pescatore che ritornando a casa trova la sua famiglia e non ha guadagnato nulla?».