“Al mio insediamento a sindaco non è seguito alcun passaggio di consegne. Sono andato a prendere la relazione di fine mandato del mio predecessore alla Ragioneria del Comune e nessun cenno c’era alle pratiche aperte sugli abusivismi edilizi. Né gli uffici comunali, dal segretario all’ufficio Urbanistico, mi hanno mai informato”. Lo dice Fabio Spatafora, ex sindaco di Casteldaccia, il Comune finito al centro delle polemiche dopo l’esondazione del fiume Milicia costata la vita a 9 persone annegate mentre erano riunite in una casetta abusiva per una festa.
Ieri l’attuale sindaco Giovanni Di Giacinto ha dichiarato di aver emesso un ordine di demolizione dell’immobile, mai eseguito perché il provvedimento era stato impugnato al Tar che sarebbe rimasto inerte. I giudici amministrativi, con un durissimo comunicato, hanno fatto sapere che il ricorso era decaduto e dal 2011 la casa andava demolita. Da allora sono trascorsi quasi 8 anni. Di Giacinto è stato sindaco fino al 2013, poi è stato sostituito da Spatafora, per reinsediarsi a giugno scorso.
“Il Consiglio Comunale non ha mai approvato il regolamento che impone, dopo l’inottemperanza dell’ordine di demolizione, di acquisire il bene al patrimonio dello Stato o di demolirlo – dice Spatafora – E il regolamento non è mai stato portato all’ordine del giorno. Parliamo di un Comune che ha migliaia di richieste di sanatoria e una situazione di abusivismo gravissima”.
E’ botta e risposta tra i due sindaci con Di Giacinto che replica così: “”Lo Stato o la Regione mi aiutino. Io non ho i soldi per le demolizioni. Il Comune è in dissesto economico dal 2015: posso solo compiere atti di ordinaria amministrazione e abbattere una costruzione abusiva costa mediamente 60mila euro. Ne abbiamo una trentina da buttare giù, come faccio?” E’ l’appello del sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto che dice di non poter demolire la casa abusiva travolta dalla piena del fiume Milicia costata la vita a 9 persone.
“Non posso fare mutui, non posso chiedere prestiti e a stento riesco a pagare i dipendenti del Comune. Recentemente avrei dovuto abbattere un immobile costruito sulla battigia e tra demolizione e smaltimento dei rifiuti il costo si aggira attorno ai 60mila euro. Cifra che moltiplicata per tutte le case da abbattere fa un milione e 800mila euro”, spiega. “Chi sostiene che i fondi si possono anticipare e poi recuperare dai proprietari – prosegue Di Giacinto – non sa di cosa parla, perché riavere il denaro è praticamente impossibile”.
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