Terrasini si prepara a dare l’ultimo saluto al comandante della Nuova Iside. Si terranno martedì 15 dicembre, alle 14,30, in Chiesa Madre, i funerali di Vito Lo Iacono, il 27enne comandante del motopesca Nuova Iside affondato il 12 maggio scorso al largo di San Vito Lo Capo.
Le esequie saranno celebrate dall’Arcivescovo di Monreale Monsignor Michele Pennisi. Di lui non si avevano più notizie da quel tragico incidente in cu morirono tragicamente pure il padre di Vito, Matteo Lo Iacono di 53 anni e il cugino Giuseppe Lo Iacono di 34 anni.
Era stato dichiarato disperso e solo ieri, la madre Rosalba Cracchiolo e, la compagna di Vito Giovanna Leone, hanno finalmente avuto conferma che il corpo privo di vita riemerso in Calabria il 15 giugno scorso, fosse proprio quello del loro caro. Entrambe attendevano notizie da 6 mesi nella speranza di poterlo ritrovare e dargli degna sepoltura. L’intera comunità di Terrasini si prepara ad accogliere la salma di Vito che attualmente si trova custodita presso l’Istituto di Medicina Legale di Bari.
La famiglia ha già ottenuto il nulla osta per il trasferimento, ma vi sono ancora degli adempimenti burocratici da assolvere prima che la stessa possa viaggiare e raggiungere il paese natìo. L’arrivo è atteso nella tarda mattinata di martedì 15 dicembre. Il corpo di Vito Lo Iacono, o meglio ciò che ne è rimasto, era affiorato lo scorso 11 giugno dai fondali di San Ferdinando, zona costiera in provincia di Reggio Calabria, circa un mese dopo dalla data in cui venne dichiarato disperso in mare dopo l’affondamento del motopesca Nuova Iside. Il suo corpo rimasto in mare, a differenza delle altre vittime riemerse pochi giorni l’accaduto, ha viaggiato grazie alle correnti dallo specchio acqueo tra San Vito Lo Capo e Ustica fino al Tirreno calabrese.
Che il corpo appartenga a Vito lo ha comunicato formalmente la Procura di Palermo, ieri, attraverso un documento firmato dal pm Vincenzo Amico, titolare del fascicolo sul fatale sinistro marittimo che il nuova Iside sembra avere avuto con la Petroliera Vulcanello, in riscontro alla richiesta pervenuta dall’avvocato Aldo Ruffino, legale della famiglia Lo Iacono. La madre e la sorella di Vito Lo Iacono si erano sottoposte all’esame del dna, per fare la comparazione, lo scorso 25 settembre, ma solo lo scorso 24 novembre, a Palermo erano stati trasmessi gli atti della Procura di Palmi che aveva ordinato gli accertamenti scientifici sui resti rinvenuti a San Ferdinando. Gli stessi atti, però, sono arrivati a destinazione soltanto tre giorni fa, ovvero il 7 dicembre. Dalla consulenza è emersa la piena compatibilità tra il campione genetico ricavato dai prelievi sui familiari di Vito Lo Iacono e quello dei campioni acquisiti dal cadavere recuperato.
Ad indirizzare gli inquirenti, sin dal ritrovamento, alcune tracce di inchiostro sui pochi lembi di carne rimasti sul corpo, ciò che restava quindi, di un tatuaggio marinaresco : un timone e un cavalluccio, che aveva il giovanissimo pescatore di Terrasini. La perizia redatta dai consulenti tecnici Francesco Introna, Pietro Tarzia e Alessia Leggio, dopo un’attesa lunga 6 mesi, era stata depositata il 23 novembre a Palmi, da qui la trasmissione il giorno dopo del fascicolo in Sicilia al magistrato che indaga sul gravissimo sinistro in mare. Tempi lunghissimi, inaccettabili per i familiari colpiti dall’immane tragedia e per l’intera comunità.
«Finalmente – commenta il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci – Vito tornerà a casa nella sua Terrasini, da sua madre Rosalba, dalla sua famiglia, dalla sua giovane compagna Giovanna, dalla marineria e dall’intera città che non ha mai smesso di credere nella possibilità che quei resti potessero essere i suoi, sentendo che il coraggio, l’intuito e il fiuto di una madre fosse più forte di qualsiasi indagine. Come città di Terrasini accoglieremo il nostro capitano Vito Lo Iacono al meglio delle possibilità del periodo e insieme a lui trarremo tutti nuova forza per chiedere alle autorità competenti verità e giustizia su questa vicenda così dolorosa ma allo stesso tempo così chiara. Un grande abbraccio finalmente alla mamma, Rosalba, che in questi mesi ha dato a tutti noi, nonostante tutto, una lezione di compostezza, dignità, forza d’animo e fiducia nella giustizia».