Vi piacerebbe rivivere lo storico percorso della Targa Florio in bici da corsa, 72 chilometri su due ruote per assaporare lentamente e con piccole soste nei tanti luoghi di ristoro le Madonie?
L’idea è del giornalista Dario La Rosa e del cugino medico e fotografo Andrea (ne avrete già sentito parlare), che hanno fatto l’intero percorso a bordo di due bici con l’obiettivo di sensibilizzare sempre più gente all’uso di mezzi non inquinanti per stimolarli all’utilizzo della bicicletta e per esplorare la Sicilia.
Coinvolti nel progetto che in realtà non ha ancora una data Guerciotti Cicli Milano e Cannatella Cicli Palermo. Abbiamo parlato di questa splendida idea con Massimo Cannatella, figlio del mitico e storico Totò.
“L’iniziativa – spiega – , potrebbe coinvolgere un numero sempre più crescente degli appassionati di bici.
Al momento si tratta solo di un progetto ma prima o poi potrebbe diventare realtà come dialogo fra i tantissimi appassionati di questo sport. La Targa Florio in bici farebbe rivivere i gloriosi 72 chilometri in maniera ovviamente diversa, con un percorso più lento che permetterebbe a chi lo percorre di fare un tuffo nella natura, godendo di tutte le tappe con più gusto” .
Vent’anni fa quando se ne parlò per la prima volta sembrava una cosa impossibile: “Ci presero per pazzi – prosegue Massimo Cannatella – , oggi invece gli appassionati delle due ruote sono aumentati a dismisura, e non si limitano a percorrere più solo semplici brevi tragitti di pochi chilometri ma specie nei fine settimana, si danno appuntamento a Palermo pere arrivare in luoghi come Terrasini o addirittura S. Vito lo Capo; per il crescente popolo delle due ruote insomma percorrere almeno un centinaio di chilometri è diventato un gioco da ragazzi, la cosa riguarda pure le donne che fra l’altro sono fortissime, anche loro hanno tanti chilometri sulle gambe.”
L’ideale secondo Cannatella sarebbe farne una versione prettamente ciclo turistica e magari unire un minimo di agonismo, perché no? Anche se al momento il progetto più alla portata di tutti resta quello ciclo turistico, soffermandosi nei paesi della Targa Florio, con partenza dalle scuderie di Cerda, passando per Caltavuturo, Scillato, Collesano, il Parco delle Madonie facendo sosta nelle tante locande e ovviamente nell’indimenticabile Museo della Targa Florio.
Secondo Dario La Rosa “si dovrebbe lavorare affinché questo e magari altri percorsi dell’Isola possano diventare iniziative annuali da vivere con specifiche manifestazioni che uniscano sport e turismo. Il percorso è vario e affascinante, adatto però a chi ha un minimo di dimestichezza soprattutto con le salite. Il dislivello da percorrere è infatti di 1.500 metri. Si parte da Cerda, con i suoi splendidi campi di carciofi, poi si sale sino a Caltavuturo attraversando luoghi d’incanto in cui è possibile ammirare rapaci in volo, oltre ai colori cangianti di boschi e radure”.
Ricorda Cannatella: “In passato mio padre Totò, che si costruiva pezzo dopo pezzo le sue bici da corsa per gareggiare, organizzò tante manifestazioni legate al mondo delle due ruote, tra le più famose negli anni ’50, la Palermo – Trapani, a cui aderirono tantissime persone”.
Ma tornando a quella che sarebbe una gara che fa già venire l’acquolina in bocca a tanti ciclisti professionisti e non, la Targa Florio in bici appunto, potrebbe realizzarsi presto e ovviamente in estate.
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