“La scuola italiana attraversa un momento storico di particolare incertezza a causa di una riapertura annunciata dal governo centrale prevista per il 14 settembre prossimo, ma allo stesso tempo non supportata da linee guida ministeriali chiare che, di fatto, lasciano alla responsabilità dei presidi e degli enti gestori la parte organizzativa nella piena autonomia; modalità che rischia di trasformarsi in un boomerang con danni senza precedenti per le attività scolastiche prossime”.
E’ quanto sostiene Tania Arena, responsabile Dipartimento Scuola di Cantiere Popolare.
Prosegue Arena: “Il nuovo modello di scuola tanto auspicato dalla ministra Azzolina potrà essere condivisibile in un’ottica innovativa qualora si abbia la consapevolezza della necessità di interventi strutturali. Ebbene, il sistema scolastico italiano sia a livello strutturale che programmatico ha bisogno di investimenti urgenti e con risorse programmate, e della necessaria volontà politica. In caso contrario, e continuando ad inneggiare ad una decantata autonomia ma che appare solo ed esclusivamente al “fate come vi pare” senza risorse opportune e sistemiche, presto la scuola italiana potrebbe trovarsi oltre il baratro definitivo“.
“L’imperativo categorico – spiega ancora Arena – indicato nelle line guida governative si traduce nel reperire spazi all’interno delle strutture pubbliche e private e in altri luoghi al fine di riorganizzare al meglio le attività didattiche, utilizzando forme di flessibilità alternativa. Si ritiene che nel garantire il servizio scolastico a tutti anche in formula migliorativa dobbiamo pensare a patti territoriali che consentano alla scuola statale e alla scuola paritaria di ragionare in termini di complementarietà abbattendo tutte le barriere ideologiche”.
“Da questa sinergia – conclude la responsabile del Dipartimento Scuola di Cantiere Popolare – la scuola pubblica, tutta, statale e non statale, offrirebbe di fatto la possibilità di una didattica in presenza che è un diritto indiscutibile e nella imprescindibile possibilità di relazione a tutti gli studenti italiani. Una particolare attenzione merita poi il segmento scolastico compreso tra 0-6 anni che non va dimenticato nella sua importanza educativa e anche in qualità di servizio sociale utile in affiancamento alle esigenze lavorative delle famiglie”.
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