La manifestazione dei lavoratori della scuola a Palermo si è conclusa con la consegna in Prefettura di un documento con la piattaforma rivendicativa del mondo della scuola e la richiesta al prefetto di farsi portavoce delle istanze col governo nazionale.
A Palermo, come in tutte le città dell’Isola, è stato il giorno dello sciopero della scuola. La manifestazione si è svolta nel giorno dello sciopero nazionale. In piazza il personale del mondo della scuola in occasione della mobilitazione indetta da Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals-Confsal.
Nel dettaglio a Palermo il corteo è partito da piazza Verdi dopo e ha raggiunto la Prefettura, a Catania assemblea cittadina al Teatro Stabile, per Agrigento ed Enna sit in davanti la Prefettura agrigentina in piazza Aldo Moro. Sit in anche davanti le Prefetture di Messina, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa e Trapani.
Il contratto da rinnovare, scaduto da oltre sette anni, la stabilità del personale scolastico, la valutazione dei docenti, il riconoscimento della professionalità ATA, le modifiche alla legge 107, sono i principali motivi che stanno alla base dello sciopero di tutto il mondo della scuola, fanno sapere i sindacati.
“Le nostre scuole oltre a soffrire delle difficoltà legate all’attuazione unilaterale della legge 107, che sta togliendo le condizioni di serenità indispensabili alla qualità del lavoro scolastico con pregiudizievoli ricadute sul versante del diritto allo studio degli studenti – spiegano i segretari regionali Flc Cgil Grazia Maria Pistorino, Cisl Scuola Francesca Bellia, Uil Scuola Claudio Parasporo e Snals-Confsal Michele Romeo -, sono ulteriormente appesantite dagli annosi e irrisolti problemi di edilizia, servizi e risorse, dovuti a una politica regionale totalmente assente e colpevole”.
“Il personale ATA, docenti e dirigenti – proseguono – contrastano ogni giorno questo nuovo modello di scuola qualitativamente impoverita ed autoritaria che è contraria al modello democratico disegnato dalla Costituzione: il 20 maggio lo diranno insieme in tutte le piazze siciliane”.
“E’ una mobilitazione molto sentita, con rivendicazioni precise. Il polso di questo malessere a Palermo lo abbiamo monitorato nelle assemblee affollatissime che sono state fatte – dice il segretario Cgil Palermo Enzo Campo -. Rivendichiamo la dignità di tutto il personale docente e non docente, percorsi di valorizzazione professionale, la stabilizzazione dei tanti precari per i quali né il piano straordinario di assunzioni né le procedure concorsuali in atto hanno dato risposta, una diversa politica degli organici, l’istituzione di un organico funzionale di istituto per il personale Ata, lo sblocco del turn over e interventi per rimediare agli aspetti più dannosi della legge di riforma della scuola 107/15 che stanno creando il caos nel sistema scuola”.
“Il malcontento del personale della scuola cova da tanto tempo, da prima della legge 107 sulla “buona scuola” che oggi si chiede di modificare. Per questo, la battaglia, che è molto sentita, come abbiamo visto durante le assemblee dei giorni scorsi fatte dai sindacati della scuola, è destinata a durare ancora a lungo– dichiara Mario Ridulfo, della segreteria Cgil Palermo – Il governo deve rendersi conto del valore da dare all’istruzione, non saranno i provvedimenti tampone adottati a risolvere i problemi”. E dichiara Franca Giannola, segretario Flc Cgil Palermo: “Tanti i problemi alla base dello sciopero. In primis il rinnovo del contratto di lavoro, la cui parte economica è scaduta da sette anni e quella normativa da nove. I docenti stanno vivendo un forte momento di crisi: gli si chiede l’assunzione di nuove responsabilità con un salario sempre più basso”. “Per il personale Ata non avvengono immissioni in ruolo da tempo, solo tagli, che incidono sulla didattica quotidiana – aggiunge Franca Giannola – Se si assenta un assistente amministrativo o un tecnico non può essere sostituito. Questo significa ledere la dignità, significa dire che non si ha bisogno di loro. Chiediamo la stabilizzazione del personale precario che andrebbe regolarizzato, il riavvio dei concorsi, la valutazione oggettiva del merito, la valorizzazione del personale docente. Si sta creando la diffidenza tra docenti per l’accesso al bonus, si stanno mettendo i docenti gli uni contro gli altri”.
Tante le storie segnate dal malcontento sulla piazza di Palermo. Come quella di Antonio Comitini, insegnante precario di Scienze Motorie da 13 anni all’Ics Buttitta di Bagheria: “Lo Stato non consente ai precari di fare la formazione perché non ci considera docenti, anche se il nostro orario di lavoro è uguale a quello degli altri. E per partecipare al concorso no ho diritto a giorni retribuiti”. All’Iti Vittorio Emanuele di Palermo è destinata a scoppiare la grana precari in coincidenza con gli esami di maturità: il personale Ata è composta per più della metà da precari. E il contratto è in scadenza il 30 giugno. “Su cinquanta assistenti tecnici e amministrativi, siamo in trenta a lavorare da precari negli uffici – continua Antonio Staffetta – La scuola è sede di esami. Cosa faranno quando il 30 giugno alla scadenza del nostro contratto si ritroveranno con dei posti di lavoro vuoti?”.
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