I carabinieri della compagnia di Lercara Friddi hanno eseguito un’ordinanza cautelare di divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico, emesso dal gip di Termini Imerese, nei confronti di due coniugi di origine nordafricana per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso ai danni della figlia.
Indagini rivelano violenze fisiche e psicologiche
Il provvedimento è stato emesso dopo le indagini che coordinate dalla procura hanno permesso di delineare le violenze sia fisiche che psicologiche subite dalla ragazza nel corso degli anni. La giovane aveva manifestato la volontà di non seguire le imposizioni dei genitori che avrebbero voluto che la ragazza interrompesse gli studi come stabilirebbe la religione islamica.
Fuga da casa e tentativo di impedire l’esame di maturità
Per questo motivo lo scorso giugno si era allontanata volontariamente dalla propria abitazione. Il giorno in cui la ragazza avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità, si erano presentati i genitori presso l’istituto scolastico cercando di impedirle di sostenere le prove d’esame. E’ scattato così il codice rosso che ha portato al provvedimento cautelare.
Minacce e maltrattamenti alla convivente, condannato a 3 anni ed al risarcimento
Nei giorni scorsi la seconda sezione del Tribunale di Palermo presieduta da Roberto Murgia ha condannato un uomo a 3 e mesi 6 di reclusione oltre alla rifusione della somma di 30 mila euro a titolo di risarcimento dei danni subiti dalla convivente e dal figlio che si erano costituiti parte civile. Le vittime sono state assistite dall’avvocato Giada Caputo.
I fatti risalgono a metà luglio dello scorso anno
I fatti risalgono al 17 luglio 2023 quando la donna di 40 anni si presentava ai carabinieri in un centro del palermitano per denunciare una lunga serie di maltrattamenti, liti, lesioni e minacce di morte rivolte anche al figlio con l’utilizzo di una pistola.
Le aggressioni ripetute
L’uomo in più occasioni al termine dell’ennesima aggressione con calci e pugni, aveva minacciato la convivente e il figlio profferendo frasi come “ ti voglio ammazzare, non devi più tornare a casa, ti voglio mandare al cimitero”, creando uno stato di terrore e di ansia e preoccupazione per l’incolumità del figlio che in precedenza aveva subito lesioni a causa delle percosse da parte del padre. I carabinieri avevano accertato che l’uomo era stato già indagato per atti di violenza e avrebbe fatto abuso di alcool.
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