Quando hanno dato il via al prepensionamento per sfoltire i ruoli del personale regionale stracolmi di gente e dunque centrale di costo importante, alla Regione siciliana non hanno fatto i conti con i requisiti per la pensione. Nessuno, insomma, ha guardato chi fosse in condizione di lasciare i ruoli dell’amministrazione attiva e che ruoli ricoprisse.
Partiti i prepensionamenti, e collocati a riposo i primi mille ed oltre richiedenti la pensione anticipata, adesso dal personale si accorgono di cosa succede. Entro qualche anno la Regione siciliana avrà soltanto dirigenti e dipendenti di fascia bassa A e B. In pratica stanno andando via la maggior parte dei dipendenti delle fasce C e D ovvero funzionari ed istruttori. Per farla breve, si tratta del personale che si occupa materialmente delle pratiche, quello che fa il lavoro vero e proprio su indicazione dei dirigenti e sotto il loro controllo.
Per fare un esempio di natura edile, la Regione si trova a costruire un palazzo con architetti ed ingegneri da un lato e con ‘picciotti’ di muratore dall’altro ma senza muratori, mastri e capomastri.
Oltre che dal prepensionamento, questa situazione è determinata anche dal fatto che nel 2011 il governo Lombardo stabilizzò circa 5000 precari della Regione ma lo fece nelle categorie più basse, e B, perché la legge non permette stabilizzazioni senza concorso per qualifiche superiori. Di fatto precari anche con qualifiche tali da fare gli istruttori, oggi si trovano a far fotocopie o portineria
Il problema lo si rileva già in due specifici settori: la formazione dove serve il personale per le pratiche che devono far partire l’Avviso 8 e nel dipartimento Lavoro dove il personale interno deve svolgere funzioni in passato coperte dai così detti sportellisti, soprattutto negli uffici periferici.
Per questo motivo il dipartimento ha chiesto l’autorizzazione ad utilizzare il personale di fascia e B per mansioni superiori. Autorizzazione negata dal Dipartimento del personale.
“Il problema esiste – conferma a BlogSicilia l’assessore regionale al personale Luisa Lantieri – ma nessuno può autorizzare all’impiego di personale di fascia A e B per mansioni superiori. E’ evidente che qualsiasi tribunale condannerebbe la Regione a pagare i corrispettivi per le mansioni esercitate e si aprirebbe un contenzioso legale anche sul riconoscimento giuridico successivo”.
Secondo l’assessore Lantieri non c’è uno scontro con altri componenti della giunta ma un problema da affrontare “in sede di contrattazione sindacale. Quando parleremo del rinnovo dei contratti porremo anche il tema dell’impiego del personale in mansioni superiori. La Regione rischia di paralizzarsi nei prossimi anni ed è naturale che debba usare il personale interno per questi incarichi. Occorre un accordo sindacale per riqualificare il personale che ha i requisiti per svolgere mansioni superiori. Lo si potrà fare con una sorta di corso-concorso interno in modo da regolarizzare le posizioni senza incorrere in vertenze e sanzioni”.
Intanto, però, le pratiche regionali vanno a rilento per carenza di personale. Una beffa per la Regione siciliana che certamente non ha pochi dipendenti. Forse una maggiore attenzione nel fare le leggi sarebbe stata opportuna.
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