Settantantunesimo giorno di presidio per rivendicare il diritto di residenza nelle terre alte della Sicilia utilizzando lo strumento di politica economica in discussione al Senato – per poi passare a Palazzo Montecitorio – che destina una efficace fiscalità di sviluppo alle comunità che resistono, incastonate nelle montagne dell’Isola più grande d’Europa.
Il turno festivo è garantito dal Comune di Linguaglossa (Ct). La delegata del sindaco a seguire l’annosa vicenda delle zone franche montane è il presidente del Consiglio, Elisa Motta. «L’insularità è un presupposto essenziale per essere destinatari della fiscalità di sviluppo e lo prevede anche l’Europa con l’articolo 174 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea», affermano dal camper di Irosa, sede operativa del comitato regionale.
«Quello che manca, atteso che al momento registriamo una trasversale convergenza di Deputati e Senatori ad evadere le norme approvate dall’ARS il 17 dicembre 2019, è l’emanazione delle corrette norme di attuazione dello Statuto, in materia finanziaria. – afferma Vincenzo Lapunzina, coordinatore del comitato e dei sindaci interessati alla norma – Per questa ragione abbiamo chiesto di partecipare alla nomina di un componente la Commissione paritetica, di prossima ricomposizione».
«Il finanziamento strutturale della norma verrà definito in Commissione paritetica – conclude Lapunzina – lo ribadiremo anche nel corso dell’audizione in Commissione Bilancio dell’ARS che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni». Particolare attenzione ai territori di montagna della Sicilia è invocata da Elisa Motta: «le amministrazioni comunali delle zone alte di Sicilia hanno la necessità di preservare e custodire i propri paesaggi e le proprie comunità. È importante dunque che i due rami del Parlamento riservino a questi territori una particolare attenzione». «I territori siciliani gridano a gran voce insieme al Comitato un’accelerazione nel processo di approvazione della legge per le Zone Franche Montane in Sicilia. Il rilancio economico dei Comuni di montagna, che più soffrono la sperequazione con altre parti della Sicilia e dell’Italia, dovrebbe costituire una priorità nazionale».