I giornali dell’800 raccontano la Palermo che fu. Un libro mette in rassegna gli avvenimenti che hanno segnato la storia della città tra il 1800 e il 1860. Il volume, del collezionista Gesualdo Adelfio e dell’editore e giornalista Carlo Guidotti, sarà presentato il 14 novembre alle 18 nell’Oratorio di Sant’Elena e Costantino in Piazza della Vittoria a Palermo. “I Giornali di Palermo nell’Ottocento – L’informazione giornalistica e la pubblicità nella stampa dell’epoca” è edito da Ex Libris, IVol. (2018).
Con Adelfio e Guidotti ci saranno il presidente della Fondazione Federico II, Gianfranco Miccichè, il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso e Rita Cedrini, docente di antropologia culturale all’Università di Palermo. La Fondazione Federico II con questo appuntamento prosegue la sua azione nella direzione dell’approfondimento di temi di grande attualità, offrendo alla città un luogo di confronto e scambio di idee.
“In America il calo nelle vendite dei giornali ha aperto un forte dibattito. Tanto che sono corsi ai ripari. In Italia questo non è ancora avvenuto. Il lavoro di Carlo Guidotti e Gesualdo Adelfio – sottolinea Gianfranco Micciché – è un racconto fedele della storia politica e culturale di Palermo nell’Ottocento. Ma il grande merito del libro è quello di aver richiamato l’attenzione sull’importanza nel nostro paese dell’informazione. Auspicando che il giornalismo torni ad essere sano e democratico”.
Il volume è una rassegna degli avvenimenti, della politica, del costume e del pensiero compresi tra il 1800 e il 1860. “Leonardo Sciascia nel suo primo editoriale sul Corriere della Sera nel benedire l’iniziativa di un gruppo di giovani della sua Racalmuto con Malgrado tutto fa una considerazione preliminare: in Italia ci vuole un Giornale. E ricorda come, insieme a queste iniziative, siano nate iniziative locali. Il volume di Carlo Guidotti – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – ci ricorda, tra le tante, della nascita del Giornale di Sicilia nel 1860. Un’esperienza editoriale durata più di un secolo grazie alla quale è giunto a noi il racconto di un’epoca. Ecco, il lavoro di Adelfio e Guidotti rappresenta la memoria dei fasti e delle cadute di questa città. Ma, allo stesso tempo, ci obbliga a riflettere sulla fragilità e sulla precarietà della carta stampata di oggi. Sul valore dell’informazione che, ad ogni costo, deve essere difesa, garantita e protetta”.
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