Sarà eseguita lunedì all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo l’autopsia sul corpo di Armando Palmeri, il collaboratore di giustizia trovato morto nella sua abitazione in Contrada Bosco alla Falconeria a Partinico, pare per un infarto, anche se le cause sono ancora tutte da ricostruire.
Palmeri il prossimo 20 marzo avrebbe dovuto deporre al tribunale di Caltanissetta, nell’ambito di un processo legato alle stragi, ed aveva chiesto un collegamento in videoconferenza.
L’ex collaboratore di giustizia Armando Palmeri, di 62 anni, è stato ritrovato morto ieri nella sua casa, che si trova nelle campagne fra Partinico (Palermo) e Alcamo (Trapani): secondo una primissima ricostruzione le cause del decesso sarebbero naturali; è possibile cioè che si sia trattato di un infarto ma sono in corso ulteriori indagini per capire come siano andate le cose. Secondo quanto si è appreso, Palmeri sarebbe dovuto andare la prossima settimana a deporre dai pm di Caltanissetta, che avrebbero dovuto sentirlo nell’ambito delle indagini sui fatti avvenuti durante le stragi di mafia.
I suoi verbali, benchè fosse ormai fuori dal programma di protezione, erano stati depositati nel processo contro Matteo Messina Denaro, celebrato a Caltanissetta per gli eccidi del ’92 a Capaci e in via D’Amelio. Palmeri, ex rapinatore, era stato vicino ad ambienti dei Servizi segreti.
In carcere aveva avuto infatti rapporti con esponenti dell’estrema destra e con camorristi, in Cosa nostra si era avvicinato molto a Vincenzo Milazzo, capomafia di Alcamo, assassinato nel luglio del 1992 per vendetta dai corleonesi: venne uccisa anche la fidanzata, Antonella Bonomo, incinta. Palmeri aveva raccontato che Milazzo si opponeva alle stragi, versione che coincise poi con quella di un altro collaborante, Gioacchino La Barbera. Lo stesso pentito alcamese aggiunse che Bonomo, nei giorni precedenti le stragi del 1992, si era incontrato con personaggi dei Servizi.