“Mi stavo soltanto recando a una semplice prova di lavoro presso il centro commerciale Forum a Palermo e sono stata vittima di una violenza di omofobia inimmaginabile”. Comincia così il racconto di Giada Tripi, una ragazza aggredita da cinque ragazzini in pieno giorno. I motivi che hanno portato il gruppo di minori a deridere, denigrare e picchiare Giada sono il suo aspetto e il suo orientamento sessuale: “Perché a quanto pare non si capisce se sono maschio o femmina”. La storia di Giada è la storia di tantissimi che vivono questo incubo quotidianamente e che hanno paura di alzare la voce e di denunciare.
“Uno del gruppo durante l’aggressione ha pensato bene di farmi cadere per terra con uno sgambetto mentre mi stavo difendendo, così che il resto del gruppo potesse prendermi a calci e pugni in testa e nel resto del corpo. È la terza aggressione nell’arco di 5 anni.”. Il tutto si è verificato nel tragitto del tram e di fronte il negozio Artigli presso il centro commerciale Forum.
“Chi stava facendo shopping si nascondeva nell’indifferenza. Successivamente sono stata soccorsa e loro sono scappati. È arrivata la polizia e la sicurezza del centro commerciale e dopo mi hanno portata in ospedale per medicarmi. Ho denunciato, non posso stare in silenzio”.
Sul suo profilo Facebook, Giada descrive senza filtri quanto accaduto. “Tornati a casa divertiti hanno detto fra di loro “ho spaccato la faccia a uno al forum”, informazione che ho saputo tramite una delle tante persone che mi hanno scritto per supportarmi”.
La voce di Giada è una voce che urla anche per chi non trova più il fiato e la forza per farlo. I suoi diritti da proteggere necessitano di una tutela in più che tempo fa è stata negata a causa del blocco del DDL Zan. Giugno è dedicato anche a questo: si tratta del mese del Pride, il periodo dell’anno dedicato alla comunità LGBTQ+.
“Quello che mi è successo non è solamente la mia lotta, ma appartiene anche a chi subisce violenze sulla base di altre ragioni. Chi dice che il Ddl Zan non ha senso evidentemente non sa cosa significhi passare quello che sto attraversando io e che attraversa chi è come me. Non bisogna rimanere nell’indifferenza perché si potrebbe fare la differenza. Indipendentemente se si appartiene ad una comunità o no, bisogna sempre lottare per i diritti propri e anche degli altri”.