Giuseppe Lo Porto, fratello di Giovanni l’operatore umanitario sequestrato da Al Qaeda nel 2012 e assassinato tre anni dopo durante un’operazione antiterrorismo degli Usa in Afghanistan da un drone, è uno dei nomi che più sono saltati all’occhio nell’operazione che ha dato un duro colpo alla mafia di Brancaccio fatto di complici e prestanome portando al il sequestro di ben 42 aziende per un valore complessivo di oltre 60 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti, sarebbe stato il braccio destro di Pietro Tagliavia, che dai domiciliari continuava a “governare” la cosca. Quella dei Tagliavia è una famiglia mafiosa di Palermo coinvolta anche nelle stragi del ’92 e del ’93. Lo Porto avrebbe gestito il racket del pizzo e tenuto la cassa.
Un rapporto molto forte, quello che emergerebbe dalle indagini, quello tra Tagliavia e Lo Porto detto ” ‘U Muccuni”.
Da Lo Porto Tagliavia avrebbe avuto piena disponibilità e si sarebbe guadagnato il ruolo di tesoriere della cosca, funzione molto importante da cui dipende non soltanto il sostentamento del clan ma anche dei detenuti e delle loro famiglie.
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