L’ospedale di Partinico, dopo la trasformazione in ospedale Covid e lo smantellamento dei reparti, è ancora depotenziato, con grave disagio degli utenti del distretto 41 che ammontano a circa 200 mila. Tra organici ridotti, reparti privi di strumentazione, visite prenotate per l’anno prossimo, continua il malcontento della popolazione dei Comuni per cui il presidio ospedalieri è di vitale importanza.
Il 19 settembre è in programma il secondo presidio promosso dal coordinamento territoriale costituito per la salvaguardia dell’ospedale Civico di Partinico. Le struttura era stata interamente dedicata ai malati di coronavirus e a fine maggio ha dimesso l’ultimo paziente. Poi è stato avviato il ripristino dei reparti e del pronto soccorso che, erano stati chiusi per ospitare il Covid Hospital, ma, secondo quanto sostengono i membri del presidio, il ripristino non sarebbe mai stato concluso.
“Stiamo organizzando una seconda manifestazione per il ripristino dell’ospedale di Partinico – dice Ivan Santoro, uno dei coordinatori del presidio di protesta – , dopo la trasformazione in ospedale Covid, il l’ospedale di Partinico è stato depotenziato, i raparti sono stati spostati all’Ingrassia di Palermo e i lavori non sono stati più ultimati. Alcuni reparti non sono stati più aperti”.
Da tre mesi va avanti l’azione di protesta del gruppo. “Perchè tutto ricade sul territorio di Partinico? – continua Santoro – Fino a ieri c’è stato un incontro con i distretto dei sindaci ma “ieri è arrivata la conferma che l’ospedale rimarrà così com’è a causa di medici che sono andati in pensione o che hanno chiesto il trasferimento”.
Secondo l’attivista “qualcuno ha voluto punire i partinicesi e tutti i 200 mila abitanti che adesso si trovano in una condizione di profondo disagio”. “Saremo con le tessere elettorali in mano perchè ci hanno tolto il diritto alla salute e noi ci togliamo il dovere al voto – conclude Santoro – e, se sarà il caso, continueremo la protesta anche davanti ai seggi elettorali il 20 e il 21 settembre”.