La polemica e lo scontro tra sindacati e Presidente della Regione sul ritorno al lavoro dei dipendenti regionali sembra non destinato ad avere una parola finale. Oggi tornano di nuovo alla carica i sindacati chiedendo rispetto delle norme nazionali a tutela della salute dei lavoratori.
“Esistono norme nazionali a tutela della salute dei lavoratori pubblici e vanno applicate anche nelle regioni a Statuto speciale. Quindi, anche in Sicilia. Sembra scontato, ma appare invece necessario ribadirlo così che il presidente della Regione Musumeci possa rammentare che, nell’organizzare il rientro dei dipendenti regionali nelle sedi di lavoro, non ha il potere di approvare norme in contrasto con i parametri nazionali. A pagarne le conseguenze sarebbero i dirigenti degli uffici e dei dipartimenti a cui compete, da contratto, l’organizzazione del lavoro e la gestione del personale. Sia chiaro che su questo tema le organizzazioni sindacali non arretreranno di un passo, visto anche il riacutizzarsi dei contagi da Covid19 e se sarà necessario tuteleranno i diritti dei dipendenti in tutte le sedi preposte, anche giudiziarie”.
Prendono posizione le Federazioni regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil e il sindacato Sadirs dopo le recenti e continue esternazioni del presidente della Regione Nello Musumeci nei confronti dei “suoi” dipendenti, prima definiti “grattapancia” e poi minacciati di essere privati del diritto costituzionale alle ferie. “Piuttosto che trovare la via di un confronto costruttivo – dicono i segretari generali regionali Gaetano Agliozzo, Paolo Montera, Enzo Tango e Fulvio Pantano – il presidente, forse mal consigliato da qualche suo dirigente vicinissimo alla pensione, ha preferito scagliarsi contro dipendenti e dirigenti, bloccando le loro valutazioni e dimenticando che quei dirigenti li ha nominati lui stesso, al pari dell’Oiv, l’organismo preposto alle valutazioni della performance”.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Sadirs sostengono da tempo la necessità di una riforma dell’amministrazione regionale, peraltro annunciata nel manifesto elettorale del Presidente come uno dei primissimi obiettivi da raggiungere ma di cui, a distanza di quasi tre anni, non si ha notizia alcuna. Per questo, le organizzazioni sindacali si sono rivolte stavolta direttamente al Parlamento regionale e al suo presidente Gianfranco Miccichè: “Auspichiamo che si passi dalle parole ai fatti, ponendo fine a sterili e inutili comunicazioni mass-mediatiche. Il presidente della Regione proceda speditamente alla riforma, rivendicata sino ai giorni scorsi anche da autorevoli parti datoriali, attraverso un serio e costruttivo confronto con le parti sociali, così come, per altro, annunciato dall’assessore regionale alla Funzione Pubblica. Al Presidente dell’Ars, ai Capigruppo parlamentari e a tutti i deputati regionali chiediamo di adoperarsi in tale direzione, ognuno per la propria parte. Tutto ciò con un unico scopo: il rispetto delle norme e del bene comune, per rimodernare una macchina burocratica ormai vecchia e inadeguata. Se non ci muoveremo per tempo, la Sicilia rischia, irreparabilmente, di sprofondare”.
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