Nessun illecito nella gestione della discarica di Siculiana ne da parte dei gestori della discarica stessa, i Catanzaro, ne da parte dei funzionari regionali nel rilasciare i permessi che sono in linea con la normativa vigente.
Entrambe le inchieste penali che erano state aperte, una ad Agrigento e l’altra a Palermo, sono state archiviate dai rispettivi giudici per le indagini preliminari sulla base di circostanziate richieste avanzate dalle due procure inquirenti. Le due archiviazioni risalgono addirittura una al 2014 e l’altra allo scorso anno ma non se ne apprese nulla visto che le inchieste andavano avanti per definire le responsabilità di altri soggetti in presunti illeciti penali per i quali si svolgeranno approfondimenti successivi.
Della doppia archiviazione si apprende ora grazie ad una lettera inviata proprio da Giuseppe Catanzaro alla Commissione nazionale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle infiltrazioni della criminalità organizzata. Catanzaro scrive a Palazzo san Macuto testualmente: “…colgo l’occasione per comunicare che il mio legale di fiducia ritiene sia adesso ostensibile la notizia che la procura della Repubblica di Palermo ha presentato richiesta di archiviazione dei rappresentati della Catanzaro srl nel procedimento penale Cannova più altri accolta dal Gip Nicola Aiello con decreto di archiviazione del 4 agosto 2015…”
Una vicenda intorno alla quale si sono incentrate non solo inchieste ma polemiche politiche, scontri anche verbalmente violenti, provvedimenti di varia natura e ad una vera e propria battaglia mediatica e a colpi di provvedimenti fra la Catanzaro Costruzioni e l’allora assessore all’Energia Nicolò Marino, che coinvolgerà indirettamente anche il Presidente della Regione.
Catanzaro precisa nella sua lettera di portare la Commissione a conoscenza di questo fatto perché durante la sua audizione erano state avanzate molte domande proprio su questa vicenda e perché con questa archiviazione non c’è più alcun procedimento pendente.
Fino ad ora lo stesso Catanzaro, ben conscio dell’avvenuta archiviazione, aveva tenuto per se la notizia per non incidere sull’inchiesta in corso ma ora che Cannova (funzionario regionale e personaggio chiave dell’inchiesta agrigentina) deporrà (il prossimo 7 luglio) l’esigenza di riservatezza viene meno. Nonostante ciò la comunicazione è fatta esclusivamente ad un organo istituzionale come la Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Ed è proprio la figura del funzionario regionale dell’assessorato territorio e ambiente Gianfranco Cannova al centro di quella inchiesta nella quale confluiranno, poi, anche una serie di esposti inviati dal sindaco di Siculiana contro la Catanzaro e viceversa
“Abbiamo comunicato queste notizie solo ora, alla commissione nazionale che indaga sui rifiuti – conferma l’avvocato Nino Caleca che assiste Catanzaro – affinché la stessa abbia ogni elemento di valutazione. Le archiviazioni di ben due Procure della Repubblica sono frutto di approfondite indagini che hanno valorizzato anche gli accertamenti amministrativi compiuti dal competente assessorato regionale e le risultanze investigative del procedimento per corruzione (cosiddetto “Cannova”)”
E dall’analisi dei provvedimenti di archiviazione emergono particolari significativi. Proprio nell’inchiesta “Cannova + altri” in carico alla Procura di Agrigento i magistrati si sono imbattuti in una intercettazione fra due persone che parlano di Cannova e di Catanzaro dopo aver pagato una somma di denaro per ottenere un permesso.
In particolare l’intercettazione in questione è l’ambientale n. 3003 registrata in data 28/12/2011 alle ore 10:44:56 all’interno dell’autovettura Mercedes tra Calogero Sodano e il fratello Nicolò detto Giovanni. Calogero: “…ora il dottore (Cannova) ci racconta le solite minchiate… che vuole soldi… non dobbiamo dare più niente noi… non ci credo che Catanzaro molla una lira per… per… per avere queste discariche… neanche una lira…” Nicolò: “si..” Calogero: “e il primo che si permette a dirgli dammi mille lire quello lo denuncia… noi troppo esagerati siamo stati… a parte che neanche ne abbiamo…”
Elementi chiari e noti che portano a due archiviazioni in due anni fra il 2014 e il 2015 ma non al cessare delle polemiche. Solo oggi si apprende di queste scelte.
“Per rispetto delle istituzioni e dei magistrati inquirenti – conclude Caleca -Catanzaro non ha mai prima reso noti questi provvedimenti anche a fronte delle note polemiche”.
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