Il gruppo parlamentare del Partito Democratico contesta un bando di gara del Consorzio per le Autostrade Siciliane che prevede l’affidamento del servizio di presidio antincendio, con impiego di personale qualificato, e di mezzi idonei per lo spegnimento incendio nelle gallerie della A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo.
Con una interrogazione urgente al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e all’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone i parlamentari regionali De Domenico, Lupo, Arancio, Barbagallo, Catanzaro, Cracolici, Dipasquale, Gucciardi hanno denunciato “la congruità dell’importo a base d’asta della gara, che parrebbe eccessivo anche alla luce della convenzione stipulata dal Consorzio con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, nonché la limitata concorrenzialità alla partecipazione alla gara con il conseguente rischio di veder svolgere una gara in assenza di reale concorrenza, alla luce dell’importo della gara vicino ai 9 milioni di euro l’anno, fra i più alti a livello nazionale nell’ambito dei servizi di sorveglianza antincendio.
I deputati hanno chiesto, inoltre, di valutare la possibile revoca in autotutela della gara. “Il fatto che l’importo complessivo del servizio – aggiungono -, per una durata di un anno, è stato fissato in euro 8,7 milioni, rinnovabile fino ad ulteriori dodici mesi per lo stesso importo e che si tratterebbe di importo fra i più alti a livello nazionale nell’ambito dei servizi di sorveglianza antincendio”.
Tra l’altro i parlamentari del Partito Democratico De Domenico, Lupo, Arancio, Barbagallo, Catanzaro, Cracolici, Dipasquale, Gucciardi segnalano “il paradosso che il servizio svolto dal corpo nazionale dei Vigili del Fuoco costerebbe oltre la metà di quello posto a base d’asta eseguibile da soggetti privati specializzati. Quasi 3 milioni di euro in più. Ma le perplessità dei deputati si estendono anche sui rigidissimi requisiti di partecipazione alla gara. Inoltre, “L’Amministrazione sembrerebbe aver ristretto oltremodo il perimetro dei requisiti di partecipazione alla gara – concludono -. La presenza di requisiti così restrittivi, si teme possa limitare la partecipazione alla procedura di gara, rischiando di affidare la stessa alla presenza di 1 o 2 competitor al massimo, i quali peraltro potrebbero essere anche tentati ad una partecipazione congiunta in ATI, con ribassi risibili e con grave nocumento alle casse dell’Ente e di conseguenza della Regione, in barba ai principi di massima concorrenza”.
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