L’amore e il tifo per il Palermo non era disinteressato. Attraverso il tifo rosanero si potevano fare soldi e controllare la curva e i tifosi della squadra di calcio. E durante l’era Zamparini con il Palermo in Serie A e in Serie B e lo stadio pieno di soldi se ne potevano fare tanti.
Nell’operazione Resilienza 2 un capitolo è dedicato allo Stadio, al Palermo Calcio e ai tifosi. Tra gli indagati della Dda c’è anche Giovanni Giordano detto Johnny, fondatore delle Brigate Rosanero, gruppo di ultras della squadra del Palermo. E’ accusato di concorso esterno associazione mafiosa. Nell’operazione sono stai emessi dal gip Filippo Serio 15 misure cautelari.
Le indagini sono state coordinate Salvatore De Luca e delle sostitute Amelia Luise e Luisa Bettiol, hanno fotografato come negli ultimi 15 anni sia cambiato l’interesse delle famiglie per la squadra della città: da business da decine di migliaia di euro a questione da trattare solo per prestigio in attesa che torni ad essere un affare vantaggioso. I pm per Johnny Giordano, storico capo degli ultrà, avevano chiesto l’arresto, ma il gip ha ritenuto che non ci fossero tutte le prove necessarie.
Indagato anche Giorgio Mangano che avrebbe tenuto i rapporti tra alcuni esponenti delle tifoserie organizzate e il clan di Borgo Vecchio. Nel quartiere si trovano le sedi di alcuni gruppi organizzati di tifosi. Dagli accertamenti dei carabinieri è emerso che Cosa nostra per anni ha gestito gli interessi che ruotano attorno al mondo del calcio professionistico. Johnny Giordano ha anche lavorato per la società “Unione sportiva città di Palermo Spa” come custode fino al 2018.
Secondo gli inquirenti si sarebbe occupato anche della gestione del bagarinaggio dei biglietti di ingresso allo stadio per conto di Cosa nostra. Il clan del Borgo aveva affidato la gestione delle tifoserie a Jari Ingarao, uno degli esponenti di vertice della “famiglia”, figlio del boss Nicola.
“Cosa nostra – scrive il gip – ha mostrato un pressante interesse affinché la situazione interna allo stadio sia gestita in maniera ordinata, evitando quei contrasti fra gruppi di tifoserie ultras rivali che potrebbero, stando alle parole di Ingarao, causare una diminuzione di spettatori”. “….Queste cose non devono esistere! Perché qua si sta arrivando al punto che a curva va a restare vacante, perché neanche entrano allo stadio! Siccome ora si devono evitare tutte queste cose”, diceva Ingarao non sapendo di essere intercettato.