Le linee guida europee sull’alimentazione hanno individuato nella Dieta mediterranea la migliore arma di prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, come il diabete, l’ipertensione arteriosa e l’obesità. Oltre che per la salute, sono tanti i benefici ormai riconosciuti e documentati, dalla riduzione dei costi della sanità pubblica e un ambiente sostenibile, capace di restituire all’uomo il valore della biodiversità, alle ricadute economiche reali a livello locale, che si sommano al grande valore sociale e culturale del cibo per ridurre gli sprechi alimentari e recuperare l’identità dei territori.
“Eppure la Dieta mediterranea non è stata ancora pienamente riconosciuta come stile di vita per il benessere generale della persona, come uno strumento strategico per indirizzare i consumatori verso un’alimentazione sostenibile, influenzando in questo modo positivamente non solo le produzioni locali, ma un cambio di passo generale verso una maggiore sicurezza alimentare”, ha puntualizzato Toti Amato, presidente dei medici siciliani e primo vicepresidente della Conferenza degli ordini dei medici dell’Euro mediterraneo (Comem), intervenendo ieri a Palazzo dei Normanni alla presentazione della seconda edizione della Conferenza mondiale sulla Dieta mediterranea, che ospiterà a Palermo dal 15 al 17 maggio 2019 i maggiori esperti, rappresentanti istituzionali e personalità internazionali.
Non solo salute. “La Dieta mediterranea è l’espressione della diversità delle culture alimentari di diversi Paesi, restituisce un valore sociale e culturale del cibo, perché riduce gli sprechi e recupera l’identità culturale di un territorio. E’ necessario diffonderne l’importanza a partire dalle scuole”, ha detto il presidente della commissione Dieta mediterranea dell’Ordine dei medici di Palermo Pino Disclafani, anticipando “la piramide della salute siciliana”, che sarà diffusa nella tre giorni della Conferenza mondiale, condivisa con il distretto Sicilia-Malta del Rotary international, Daita-Stili di vita (la società promotrice della Conferenza) e il Consorzio Ballatore.
Anche per le istituzioni regionali, la Dieta mediterranea, come stile di vita, è l’unico modello alimentare possibile in linea con gli obiettivi della Conferenza, che mira a rafforzare il consenso internazionale di uno “stile” alimentare basato sulle migliori eccellenze organolettiche e produttive specifiche di ogni Paese dell’area mediterranea. A partire dalla salvaguardia degli ecosistemi marini del Mediterraneo e dalla valorizzazione del pesce azzurro e della piccola pesca artigianale, come simbolo di rivitalizzazione della Dieta Mediterranea, Obiettivi che la Regione persegue da anni. A ricordarlo l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo, che ha sottolineato nel suo intervento l’impegno del governo nella promozione del turismo enogastronomico con molte iniziative, dal brend del Turismo azzurro, che valorizza il patrimonio naturale, culturale e imprenditoriale dell’Isola, ai Treni storici del gusto “260 tappe in una Sicilia sconosciuta per 260 soluzioni offerte e raccontate al turista”, ha spiegato Pappalardo. Che ha lanciato un’altra sfida “emanare direttive per le scuole affinché le pubbliche amministrazioni si impegnino a servire nelle mense una dieta mediterranea”.
“Riconoscere la Dieta mediterranea come un modello alimentare sostenibile, adatto agli stili di vita mediterranei contemporanei, individuando strategie, programmi, progetti e azioni per migliorare la sostenibilità dei sistemi alimentari nella Regione mediterranea”. Sono questi gli obiettivi sintetizzati da Carmelo Pulvino, il presidente di Daita-Stili di vita, la società promotrice della Conferenza che si articolerà in 18 sessioni in cinque location storiche del capoluogo siciliano: il teatro di Santa Cecilia, la galleria d’Arte moderna Sant’Anna, l’archivio storico comunale, palazzo Comitini e palazzo delle Aquile.
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