Nel corso degli scavi per l’installazione dei dissuasori antiterrorismo in via Maqueda sono stati trovati alcuni reperti archeologici risalenti all’età islamica. Resti che testimoniano quanto ria ricco il sottosuolo del Capoluogo di reperti e testimonianze della storia della città. In particolare, durante i recenti lavori per la sistemazione di dissuasori stradali a scomparsa in via Maqueda, è stato trovato una conduttura ancora in buono stato, la cui costruzione è datata intorno al 1600.
Sicilia Consumatori, nella persona di Paolo Carollo, ha scritto una lettera al sindaco Leoluca Orlando e all’assessorato ai Beni Culturali Regione Siciliana in seguito alla copertura del sito archeologico evidenziando “una questione che sta a cuore ai nostri cittadini”, si legge nella lettera.
Gli scavi hanno riportato alla luce l’antica fognatura della città di Palermo, edificata insieme alla via Maqueda. Lo scavo ha infatti portato alla luce cocci di ceramica del ’600. La zona è prossima sia alla cinta muraria cinquecentesca, sia all’antica Porta Maqueda, che permetteva il collegamento con l’esterno ed è probabile che, in questo luogo, si trovasse l’antico bastione a difesa della porta. “Vista l’interessante scoperta – qui la protesta di Sicilia Consumatori – anzichè ricoprire il tutto con del cemento, sarebbe stato opportuno creare una copertura trasparente, protetta da una grata in ferro, capace di supportare il transito delle auto, come già avvenuto in precedenza, in altre zone della Città”.
Al termine dei lavori per l’installazione dei dissuasori mobili, infatti, il tutto è stato ricoperto dai detriti e infine dall’asfalto. “La nostra Città ha bisogno di scoprire ciò che ci ha preceduto, non di distruggerlo – dice Paolo Carollo – Palermo sarà sempre città di arte e di cultura, non dobbiamo dimenticarlo”. Alcuni reperti nel corso dello scavo sono stati rilevati e saranno studiati in modo da poter anche restituire alla cittadinanza dei pannelli che saranno esposti su via Maqueda.
Commenta con Facebook