porterà libri e cultura nei quartieri difficili

La ‘bibliolapa’ del Centro Borsellino| al carcere minorile e allo Zen

Porterà libri ma soprattutto voglia di condividere, stare insieme, guardare al domani con occhi diversi. Libri non solo per imparare, ma soprattutto per comunicare, per esternare quanto si ha dentro, per capire meglio il passato e progettare il futuro.

E’ partita ufficialmente oggi pomeriggio da Malegno, in provincia di Brescia, la ‘bibliolapa’ del Centro Studi Paolo Borsellino.
A parlare dell’iniziativa a BlogSicilia è Rita Borsellino, presidente del Centro e sorella di Paolo, il magistrato ucciso nella Strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992.

Un viaggio che parte da lontano perché proprio un gruppo di associazioni della Val Camonica ha donato una motoape trasformata in biblioteca viaggiante al Centro.

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“La ‘bibliolapa’ dopo Malegno – spiega Rita Borsellino – toccherà diverse località dove sono presenti amici e associazioni con cui ci confrontiamo da molti anni e vicini al nostro operato. Andremo nel Mantovano, nel Modenese, a Roma e a Napoli. Da Napoli ci imbarcheremo per Palermo”.

E proprio nel capoluogo siciliano, la ‘blibliolapa’ arriverà il 20 maggio, dove a Villa Niscemi si terrà una grande festa dell’accoglienza e della condivisione. Lì rimarrà sino al 22, e dal 23 inizierà il suo giro per tutta Palermo.

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La si potrà trovare nella scuole, a piazza Magione, e poi ancora al carcere minorile Malaspina e allo Zen, uno dei quartieri più difficili di Palermo.

A viaggiare e lasciarsi sfogliare da adulti e bambini saranno circa un centinaio di libri, che potranno diventare ancora di più grazie alle donazioni dei privati. Saranno libri di vario genere, suddivisi in cassette colorate per tematica.

“Voglio portare la bibliolapa ovunque – dice entusiasticamente Rita Borsellino – anche sulla spiaggia di Mondello”.

Una iniziativa di certo lodevole, un tassello in più nel grande tesoro dell’eredità morale e spirituale di Paolo Borsellino che credeva tenacemente nelle potenzialità dei giovani.

“Palermo non mi piaceva – diceva il magistrato – per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare”. Non possiamo che augurarci che la ‘bibliolapa’ contribuisca al cambiamento di cui tutti abbiamo bisogno.

 

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