Da 1620 giorni il coordinamento regionale per l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia chiede alla deputazione regionale una “Legge obiettivo istitutiva da incorniciare all’interno di provvedimenti statutariamente previsti”.
Come afferma Vincenzo Lapunzina (nella foto a sinistra), portavoce del coordinamento, “la Regione siciliana ha la competenza esclusiva sulle principali imposte dirette ed indirette”, se l’Ars si dovesse determinare ad approvare e convertire in Legge regionale il DDL 3/2017 – destinatario di una proposta di emendamento integrale da parte del coordinamento – la Sicilia avrebbe la capacità finanziaria per sostenere le attività imprenditoriali che insistono nei 132 comuni interessati, con 527.508 resilienti (dati Istat).
Tutto questo passerà dalla capacità del governo Musumeci di “definire le norme di attuazione dello Statuto – afferma il coordinatore del comitato – che le assegnano la titolarità fiscale ed il relativo accertamento fiscale”.
In questi ultimi mesi si fa un gran parlare delle Zone Franche Montane e il vostro comitato si è reso protagonista di una battaglia per una Legge istitutiva, in soldoni di cosa si tratta?
“È un’agevolazione fiscale, per consentire la ripresa e lo sviluppo sociale ed economico di un territorio”.
Da anni insistete su una Legge che riguarda le zone montane dell’isola affinché siano destinatarie di una fiscalità di sviluppo. Ma non vi sembra che ci siano tante altre esigenze in Sicilia?
“Tra gli errori più frequenti di coloro poco adusi alla concretezza vi è di considerare “tutto emergenza”, con il risultato di non avviare mai a soluzione i problemi. La Sicilia ha tante emergenze, ovviamente create da coloro che negli anni abbiamo eletto per rappresentarci, e tra queste vi sono i paesaggi di montagna dell’Isola, che da troppo tempo subiscono un oggettivo impoverimento sociale ed economico. È l’inizio di una emergenza siciliana, dalle Madonie e per tutta le aree interne dell’Isola, stiamo tentando di recuperare un relitto dagli abissi del mare Mediterraneo”.
Le richieste che avanzate da oltre 1620 giorni, che sono culminate con un innalzamento dei livelli di attenzione con il presidio permanente di Castellana Sicula, giungono in un momento particolare: la Regione Siciliana è senza risorse. Come si conciliano le vostre rivendicazioni con questa atavica condizione?
“Nella frettolosità dei tempi moderni v’è la mancata lettura o comprensione dei documenti dei quali poi si discute. La nostra proposta è una Legge obiettivo che come tale non richiede la preventiva copertura finanziaria ma costituisce la necessaria cornice legislativa che conterrà la Legge operativa sulle Zone Franche Montane e le altre iniziative di fiscalità di vantaggio che vorranno essere adottate per la Sicilia”.
Il concetto della Legge obiettivo è di carattere generale, non si rischia di fare qualcosa che è soltanto una mera enunciazione di principi senza nessuna efficacia?
“Sarebbe la prima volta che l’ARS approva una Legge con la quale si potrebbe applicare finalmente lo Statuto nella parte relativa alla autonomia finanziaria e fiscale della Sicilia. Senza questa preliminare enunciazione legislativa non può essere avviato un più completo ed atteso intervento di politica economica regionale. Basti pensare alla delibera di Giunta n. 197/2018 che ha ricevuto “ l’apprezzamento della Giunta” ma che, non essendo – colpevolmente – stata inviata all’ARS, per i dovuti provvedimenti, è rimasta totalmente inutile”.
Perché l’Ars dovrebbe varare una fiscalità di sviluppo per le aree interne e non per le zone marittime?
“Nel testo che proponiamo non vi è un riferimento alla contrarietà di una fiscalità di vantaggio per le zone marittime; più volte mi sono ritrovato a rispondere a questa provocazione. L’unica proposta di emendamento che circola non contiene alcuna contrapposizione. Questa Legge non pone in concorrenza i territori ma constata che le aree interne oggettivamente sono quelle che più delle altre sono state colpite da una crisi sociale ed economica; non risulta che vi sia stato uno spopolamento sostanzioso delle zone marittime”.
Quale è la caratteristica delle Zone Franche Montane previste in Sicilia?
“La Regione siciliana ha la competenza esclusiva sulle principali imposte dirette ed indirette e conseguentemente ne può disporre secondo le indicazioni di politica economica regionale. Autonomamente può calibrare le aliquote o azzerarle, fermo restando che per le imposte previdenziali ristorerà lo Stato. Sempre la Regione Siciliana, dovrà finalmente definire le norme di attuazione dello Statuto che le assegnano la titolarità fiscale ed il relativo accertamento. Dal 1946 nonostante i vari proclami non si è riusciti nell’intento, o la Sicilia non ha mai avuto un Governo autorevole, al cospetto della burocrazia e delle Istituzioni romane”.
Il coordinamento regionale che chiede l’istituzione delle Zone Franche Montane ha delle resistenze sulle Madonie da parte di alcuni sindaci? È così in altri territori?
“La ringrazio per la domanda che mi consente di fare chiarezza sul punto. Abbiamo riscontrato qualche banale resistenza da parte di tre-quattro primi cittadini delle alte Madonie, che non influisce negativamente sugli altri colleghi, pare che siano risentiti personalmente per la mia attività editoriale. Mi rammarico del loro atteggiamento che stride con il ruolo che rivestono, in quanto l’Istituzione non dovrebbe occuparsi di “fatti personali” ma pensare solo al bene comune. Sono certo che il loro pensiero non rappresenta quello degli operatori economici amministrati, quindi delle rispettive comunità. Per il resto, negli altri territori ci sono sindaci a cui interessa guardare la luna e non il dito”.
Avete trovato una sponda importante con il presidente dell’ARS, Musumeci vi ha dato dei segnali?
“Il presidente Miccichè ha dimostrato una grande attenzione nei confronti delle nostre richieste. Nel corso di una lunga conversazione ha voluto spiegati i dettagli. Li approfondiremo nei prossimi giorni in un secondo briefing, più tecnico. Il presidente Musumeci è preso da altre emergenze. Tuttavia, siamo fiduciosi che avrà modo di pensare anche all’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia. In ogni caso il suo determinante apporto potrà darlo all’indomani dell’approvazione della Legge obiettivo, o di stimolo, allorquando sarà chiamato ad attuare provvedimenti statutariamente previsti”.
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