Finti incidenti stradali, finte perizie assicurative, lesioni personali vere.
Persone disposte a farsi fratturare un braccio o una gamba in cambio di soldi, compensi non superiori ai 500 euro.
Un esercito di disperati pronti a tutto pur di racimolare qualche spicciolo.
Sono sconcertanti le risultanze investigative che hanno permesso agli inquirenti di sgominare nel maggio scorso, con l’operazione Over, la “banda spaccaossa” che operava prevalentemente a Palermo.
Come si legge sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia, 38 persone ore rischiano il processo.
La Procura ha infatti concluso il terzo filone delle indagini condotte dai carabinieri del gruppo Monreale e della compagnia di Cefalù: trascorso il termine previsto dalla legge dopo il primo avviso di conclusione indagini, i pm del pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis chiedono il rinvio a giudizio.
La grande truffa ai danni delle compagnie di assicurazione coinvolge organizzatori e complici che potrebbero finire a processo insieme a tante persone che si prestarono a fare da vittime.
La maxi inchiesta, che riguarda 359 persone, ha visto impegnate, nei primi due filoni Tantalo e Contra fides, polizia e guardia di finanza.
Tra gli indagati anche soggetti che sono stati vittime ed investitori al tempo stesso – era sempre tutto falso – gente che con le truffe alle assicurazioni sperava di riuscire a sbarcare il lunario.
I ‘capi’ delle truffe sarebbero Luca Reina, 44 anni, titolare di un’agenzia di pratiche assicurative, Salvatore Andrea Cintura, 29 anni, i suoi fratelli Domenico Cintura, di 28 anni, e Giuseppe Cintura, di 34. Secondo gli investigatori, in una stalla di Borgo Nuovo, venivano praticamente spaccate le ossa alle finte vittime degli incidenti che subivano sevizie in cambio della promessa di denaro.
Secondo l’accusa, nel gruppo degli organizzatori delle truffe, c’erano anche Alessio Cappello, 37 anni; Giovanni Napoli, 44 anni; Alessandro Bova, di 41; Antonino Buscemi, 26 anni, Soufiane Saghir di 21 anni, e Giuseppe Orfeo di 23.
Ai loro polsi erano scattate le manette a maggio (escluso Giuseppe Cintura ai quali erano stati concessi i domiciliari) perché avrebbero avuto un ruolo attivo nell’organizzazione delle truffe dichiarandosi testimoni o conducenti delle vetture coinvolte negli incidenti mai avvenuti.
Tra gli accusati anche Giovanni Viviano, 37 anni; Claudio Baglione, di 27; Cristian Neri, 25 anni, Letterio Maranzano, 29 anni, e Salvatore Fasullo di 24.
Gente che ha collezionato finti sinistri stradali, come Davide Giammona, 45 anni, indagato a piede libero, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria coinvolto in 11 falsi incidenti: 4 come danneggiato, 6 come autore e uno come testimone. Quindici finti incidenti invece per Salvatore Chiodo, 53 anni, anche lui indagato a piede libero.
Gli altri accusati sono: Giuseppe Monti, 27 anni, Vito Virzì, 48, Manlio Lo Piccolo, 23, Concetta Di Carlo, 34, Silvestro Lo Sasso, 40, Francesco Tosco, 29, Giuseppe Bondini, 32, Francesco Mutolo, 30, Giuseppe Gallo, 43, Giovanni Salvatore Norfo, 20, Giovanni Armanno, 45, Angelo Lo Pinto, 37, Davide Giammona, 45, Giovanni Calì, 21, Francesco Dragotto, 33, Giovanni Zinna, 24, Leonarda Amato, 43, Rita Arceri, 35, Domenico Celesia, 25, Davide Mendola, 29, e Franco Arnone, di 49 anni.