Si riscopre che Jovanotti ha un legame a doppio filo con la Sicilia. Con quella non solo che ama la musica ma che ha soprattutto un impegno sociale. E’ stato lo stesso artista ad averlo ammesso in questi giorni con l’uscita del suo ultimo singolo, “Mediterraneo”, girato proprio tra i quartieri più caratteristici di Palermo e tutt’altro che borghesi. Anzi, è proprio la Palermo più vera ad emergere con le sue scene di vita quotidiana, spesso infarcite di aree degradate ma tremendamente reali.
Grandi elogi per il regista palermitano
A fare da regista al video il fotografo palermitano Francesco Faraci (aiuto regia Andrea Negroni, montaggio sempre di Faraci con Alessandro Ferdico) a cui Jovanotti riserva parole al miele: “Un grande fotografo palermitano – scrive sul suo profilo social – che ha realizzato un video della canzone Mediterraneo girando per la sua città. Lui è figlio artistico e per impegno civile di Letizia Battaglia, Paolo Pellegrin e della grande tradizione della fotografia ‘dal vero’ che inizia con Cartier Bresson, Tina Modotti e compagnia bella. È un onore per me che un bravo artista come lui si sia sentito ispirato dalla mia canzone”.
L’omaggio alla terra siciliana
Già dal titolo si intuisce che questo brano è dedicato alla Sicilia e ovviamente con le luci puntate sul capoluogo, mixato tra straordinarie bellezze e situazioni di estremo degrado, con primi piani eloquenti in cui si fotografa lo stridore di una città che spesso sbatte contro la sua magnificenza di beni culturali e scorci naturali. Nel video si vedono in primo piano le parti più “vive” e allo stesso tempo degradate che lo stesso artista definisce “il duro percorso verso il futuro”. Una sorta di icona di Palermo che viene tratteggiata come bella, calorosa ma anche sofferente.
Il ricordo della strage di Capaci
Che Jovanotti viva da vicino la Sicilia e Palermo come una sorta di impegno sociale è testimoniato anche dal fatto che in questi giorni ha anche realizzato un articolo sul settimanale “L’Espresso”. Non un articolo qualsiasi ma un ricordo sulla strage di Capaci per il trentennale dell’anniversario di quel, tragico attentato mafioso in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Un pezzo in cui Jovanotti parla dalla sua angolazione della vita, una sorta di “risveglio di piombo” della sua generazione.
Commenta con Facebook