E’ la storia della grande beffa per i siciliani. E’ la foto che dimostra, se ce ne fosse ancora di bisogno che l’Italia va a due velocità. Terra di conquista la Sicilia con continue promesse che restano sulla carta solo durante le campagne elettorali.
Oggi il completamento delle campate del ponte Morandi, crollato a Genova nell’agosto 2018. Alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte si concludono i lavori, mai interrotti nemmeno per l’emergenza coronavirus e andati avanti speditamente anche grazie a leggi speciali ad hoc per un’opera vitale per l’economia del Paese e uno dei porti più importanti del Mediterraneo.
In Sicilia si attende la fine dei lavori per il completamento del viadotto Himera sulla Palermo-Catania crollato nell’aprile di cinque anni fa e che ha spezzato in due l’autostrada che collega la Sicilia Orientale con quella Occidentale.
Una beffa per l’economia della Sicilia che ha visto tagliata in due la comunicazione tra la parte orientale e occidentale.
Appena qualche mese fa sono state pubblicate le foto dei grossi Tir costretti a percorrere le strade provinciali visto che un tratto dell’autostrada era stato vietato ai grossi mezzi.
E’ bastato che un mezzo che trasportava rifiuti uscisse fuori dalla sede stradale per bloccare i mezzi per più di 10 ore.
Per l’economia della Sicilia il viadotto Himera è importante come lo è la strada statale Palermo Agrigento trasformata in una trazzera da percorrere a 30 chilometri all’ora da appalti spezzatino che hanno messo in ginocchio l’economia della zona.
L’Anas non completa i lavori del viadotto. Dopo l’ennesimo rinvio la fine lavori era prevista per aprile. Ma prima per l’emergenza coronavirus poi per problemi con una ditta fornitrice proprio di Genova che doveva consegnare gli appoggi in ferro per posizionare la campata, la consegna dei lavori slitta adesso all’estate, tra giugno e luglio.
L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, che ha avuto per vie informali questa comunicazione, è molto deluso: “Una vicenda divenuta veramente paradossale che se non fosse tragica sarebbe persino ridicola – dice – purtroppo anche Anas deve imparare che quando le imprese commettono grossolani errori o non sono in grado di realizzare determinate opere bisogna attivare procedure di rescissione contrattuale in danno. Purtroppo, ormai pazienza speriamo di concludere prima dell’estate”
Crollato il 10 aprile del 2015 per una frana nota già nel 1971, la ricostruzione del viadotto Himera inizialmente era prevista per il 2018.
Poi si scopre che il progetto aveva delle lacune e soprattutto che la frana non si è fermata del tutto. La data slitta a metà 2019, ma ecco che una ditta napoletana incaricata di fornire il ferro inizia ad avere problemi economici e a rallentare la forniture di materiale.
Così l’Anas sposta la consegna dei lavori, con conseguente riapertura del viadotto stimata per l’aprile 2020 per due campate di poco più di 250 metri di lunghezza. Ora l’ennesimo slittamento.
Commenta con Facebook