La compagnia aerea Ita (Italia Trasporto Aereo spa) aveva chiesto a Gesap tutte le carte, atti sui contratti, accordi e convenzioni vigenti o cessati stipulati dal 2020 con le altre compagnie aeree.

Per la società che gestisce lo scalo palermitano Falcone Borsellino tutti documenti sensibili e per questo motivo la richiesta era stata respinta.

La compagnia aerea non si era arresa e ha presentato un ricorso al Tar di Palermo per imporre alla società l’obbligo di mostrare i contratti.

Il ricorso contro la Gesap era stato presentato nei confronti della compagnia Easy Jet. I giudici della seconda sezione del Tar presieduta da Federica Cabrini hanno respinto il ricorso e condannato Ita al pagamento delle spese di giudizio. Sono state accolte le tesi dell’avvocato Massimiliano Mangano che ha assistito la società di gestione dello scalo aeroportuale.

“E’ principio consolidato in giurisprudenza che l’istanza di accesso a documenti amministrativi deve riferirsi a ben specifici documenti e non può comportare la necessità di un’attività di elaborazione di dati da parte del soggetto destinatario della richiesta – si legge nella sentenza – inoltre, l’ostensione degli atti non può costituire uno strumento di controllo generalizzato sull’operato della Pubblica Amministrazione nei cui confronti l’accesso viene esercitato e l’onere della prova anche dell’esistenza dei documenti, rispetto ai quali si esercita il diritto di accesso.

Conoscere il contenuto di accordi in essere o recentemente cessati tra i gestori aeroportuali in questione e altre società di trasporto aereo di passeggeri, anche al fine di verificare l’effettivo rispetto del principio di parità di trattamento tra operatori ne disvela la genericità e l’assenza dell’indicazione di un interesse concreto, diretto e attuale, condizione necessaria per la sua ammissibilità”.