Le isole minori sono ancora indietro rispetto al resto dell’Italia sia dal punto di vista dello sfruttamento delle energie rinnovabili, che non supera il 6% rispetto ai fabbisogni, sia dal punto di vista della raccolta differenziata dove il valore medio è del 28%. Serve dunque una inversione di tendenza considerando gli ecosistemi fragili delle isole minori. L’allarme proviene dal primo rapporto “Isole sostenibili – Osservatorio sulle Isole minori” realizzato da Legambiente e dal CNR-IIA. Il documento è stato presentato nel corso della Conferenza EuroMediterranea oggi a Palermo ai Cantieri Culturali alla Zisa.
Lo studio presentato questa mattina analizza con numeri, dati e schede specifiche, la situazione di ogni isola italiana e in particolare delle 20 isole minori abitate e non interconnesse con la rete elettrica. Obiettivo del lavoro intrapreso da Legambiente e dal CNR-IIA, avviato in questi anni, è di raccontare quanto sta avvenendo nelle isole e stimolare con documenti e report periodici, appuntamenti pubblici, le potenzialità e l’urgenza di un cambiamento positivo e diffuso che davvero può fare delle isole un laboratorio di sviluppo sostenibile. Scopo del nostro lavoro è di far comprendere come oggi sia possibile e necessario realizzare un profondo e positivo cambiamento ambientale in questi particolari territori.
“Le isole minori italiane si possono infatti trasformare da modelli inefficienti dipendenti dai flussi di energia e materia dalla terraferma a un modello innovativo nell’adozione di sistemi sostenibili per l’approvvigionamento di energia pulita e acqua, per la gestione dei rifiuti e per una mobilità a emissioni zero – dichiara Francesco Petracchini del CNR-IIA –. Nelle isole proprio per il loro peculiare isolamento è possibile sviluppare progetti di ricerca innovativi e misurare i benefici della transizione verso modelli più sostenibili. Tale trasformazione è anche di tipo non tecnologico; in quanto deve fondarsi sul coinvolgimento delle comunità locali (cittadini e mondo imprenditoriale) e sull’integrazione degli impianti rinnovabili nel paesaggio isolano”.
“Nelle isole minori italiane esistono tutte le condizioni per valorizzare da un punto di vista ambientale, economico e turistico questo straordinario patrimonio – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambente –. Oggi questi i territori sono tra i meno virtuosi dal punto di vista della gestione delle risorse ambientali e anche per questo è necessario mettere in moto un cambiamento che punti su fonti rinnovabili e economia circolare nei diversi settori economici, su un innovativo modello di gestione dell’acqua e della mobilità. Occorre da subito un quadro chiaro di regole e di politiche, con una chiara prospettiva al 2030, a partire dalla creazione di una cabina di regia presso il Ministero dell’Ambiente. Intanto esistono già alcune opportunità importanti da cui partire, alcune ferme a causa di ritardi nei decreti di attuazione o di selezione dei progetti. Da queste risorse occorre ripartire e per questo chiediamo al Governo di accelerare in queste politiche e di metterle al centro del piano nazionale energia e clima”.
Il focus di questo pomeriggio, a partire dalle ore 15, è dedicato al progetto di transizione energetica “Pantelleria zero emission: La sfida dell’integrazione nel paesaggio”. All’incontro prenderanno parte Gianfranco Zanna, presidente Legambiente Sicilia; Daniela Moderini e Giovanni Selano che presenteranno lo studio per Pantelleria; Angelo Parisi, assessore all’Urbanistica Pantelleria; Antonio Parrinello, Direttore Parco nazionale Isola di Pantelleria; Michele Buffa, Osservatorio sul paesaggio Regione Siciliana e Giuliana Mattiazzo, Politecnico di Torino.
Per Legambiente e CNR-IIA gli obiettivi che vanno ottenuti sulle isole minori nei prossimi anni sono chiari e concreti. Il primo è far crescere la produzione di energia da fonti rinnovabili e accompagnarla con interventi di efficienza energetica per ridurre e chiudere progressivamente le centrali da fonti fossili esistenti. La copertura dei fabbisogni di energia elettrica è garantita ancora oggi da centrali termoelettriche a gasolio, con società che controllano sia la produzione che la distribuzione. Un sistema poco efficiente che arriva a costare anche sei volte in più rispetto a quello nazionale. La situazione attuale vede il solare fotovoltaico come fonte rinnovabile più diffusa sulle isole, mentre l’eolico, nonostante le condizioni favorevoli, è presente soltanto a Pantelleria e Ventotene. In termini assoluti Pantelleria è l’isola campionessa con le maggiori installazioni: 281,89 mq di solare termico; 647,5 kW di solare fotovoltaico e 32 kW di eolico. A Ventotene la copertura massima del fabbisogno elettrico da fonti rinnovabili è del 5,11%, seguita da Ustica con il 4,46% (uniche due isole con quota superiore al 4%, mentre nelle altre la media è inferiore al 2%).
Occorre poi puntare alla chiusura del ciclo dei materiali, promuovendo raccolta differenziata, recupero e riutilizzo dei materiali e la valorizzazione della frazione organica per la produzione di compost e biometano/biogas. Oggi la questione dei rifiuti in molte isole italiane è un’autentica priorità ambientale. I numeri della raccolta differenziata sono bassi e l’unica soluzione adottata è il trasferimento dei rifiuti via nave anche se nell’insieme, la capacità di differenziare i rifiuti è cresciuta, tra il 2010 e il 2017, su quasi tutte le isole. Due isole, Pantelleria e Capri, superano la media nazionale del 55%. Anacapri e Pantelleria risultano le singole amministrazioni comunali più virtuose, superando la soglia del 68%.
Buone notizie vengono dalle isole italiane che hanno scelto di diventare plastic free. Sono infatti dieci le amministrazioni che hanno scelto di mettere al bando i prodotti in plastica usa e getta: Anacapri, Capri, Favignana, Lampedusa e Linosa, Lipari, Malfa, Pantelleria, Tremiti, Ustica, Ventotene.
Infine, il tema della mobilità che presenta una duplice criticità: da un lato il collegamento con la terraferma e dall’altro gli spostamenti locali, con tutti i problemi di gestione dei picchi di turismo estivi. La sfida anche qui è nell’immaginare una profonda innovazione della mobilità, che da un lato punti a dare un’alternativa al mezzo privato attraverso un trasporto pubblico locale efficiente, dall’altro incentivi le forme a impatto ambientale zero: veicoli elettrici, percorsi pedonali e ciclabili sicuri.