Il presidente uscente della prima circoscrizione di Palermo, Massimo Castiglia, assistito dall’avvocato Nadia Spallitta, ha presentato un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’elezione del presidente della Giovanni Bronte che oggi presterà giuramento.
Secondo l’avvocato che ha preso in carica l’analisi dei documenti, numerosissime sarebbero, infatti, le difformità e le irregolarità riscontrate, sufficienti a considerare illegittima la proclamazione del neo eletto Presidente: conteggi errati, verbali senza indicazione di giorno e ora, numero di votanti non coincidente con schede autenticate, schede non vidimate, mancanza del numero dei voti complessivo e delle preferenze.
Inoltre -prosegue l’avvocato – “in un caso il verbale originale non è stato reperito perché forse inserito nel plico con le schede e sigillato. In un altro caso il verbale di sezione è stato rilevato completamente bianco, per cui non si comprende come possa essere rispettato l’obbligo di compilare due copie identiche dei verbali di sezione. Altre volte i voti di preferenza risultano cancellati o bianchettati, in violazione di legge. In alcune sezioni le preferenze sono state apposte su fogli incollati ai verbali e sono sprovvisti di timbri e di firme e quindi senza alcuna verificabili della loro provenienza”.
“Oltre alle numerose irregolarità e violazioni riscontrate in 12 sezioni su 21 del Centro storico – dichiara l’avvocato Nadia Spallitta che ha patrocinato il ricorso al Tar – risultano conteggiate circa 160 preferenze in meno non riconosciute al candidato Massimo Castiglia, che se attribuite ne avrebbero determinato l’elezione, avendo quest’ultimo perso per uno scarto di soli 119 voti. Pertanto e per questi motivi – conclude – è stato richiesto l’annullamento della proclamazione di Giovanni Bronte come Presidente della Prima Circoscrizione”.
Ma la questione più rilevante che è emersa dal ricorso ha riguardato la candidatura in questa Circoscrizione di un consigliere, eletto con 427 voti nella lista di Forza Italia, che ha aggiunto al proprio nome e cognome la dicitura detto” Zacco”, detto Ottavio” (Ottavio Zacco è un noto candidato recentemente eletto Consigliere comunale nelle fila di Forza Italia con oltre 3405 voti).
In effetti, questa singolare pratica di omonimia è stata utilizzata anche in ben tre altre circoscrizioni di Palermo da altri tre candidati (due di Forza Italia e uno della lista “Lagalla Sindaco”), i quali dichiaravano di essere tutti conosciuti, riconosciuti e detti “Zacco” (eletti 3 su 4).
Non risulta esser novità che tra i candidati ad una competizione elettorale si trovi qualche “detto” ma risulta assolutamente inusuale che a queste ultime amministrative palermitane siano ben quattro, in quattro diverse circoscrizioni, ad avere lo stesso soprannome, che in questo caso è quello di un candidato al Consiglio comunale della medesima coalizione.
In altri termini, la perplessità segnalata nel ricorso riguarda la possibile lesione della libertà di voto, in quanto l’aggiunta di questi soprannomi riconducibili ad altri esponenti politici potrebbe aver tratto in inganno e confuso l’elettore.
Il Presidente uscente della Prima Circoscrizione dichiara: “ringraziamo i 2859 elettori e le elettrici che hanno sostenuto con il loro consenso il programma presentato in campagna elettorale, facendoci raggiungere un risultato importante ma non sufficiente a continuare il percorso avviato nei 5 anni alla guida del consiglio della Prima Circoscrizione. Sapevamo che sarebbero state elezioni complicate e all’indomani dello spoglio ne avevamo accettato l’esito, nonostante il rammarico dovuto all’ esiguo distacco dal centrodestra (1,8 % in meno). Ma vista la modalità di svolgimento del voto e visto quanto emerge dai verbali di sezione, siamo obbligati a chiedere di fare chiarezza sulle elezioni del 12 giugno, in particolare se esse si siano svolte o meno nel pieno rispetto degli elettori e delle elettrici del Centro Storico di Palermo”.
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