Gli esperti contabili hanno già fatto i conti sulla stangatona Irpef in arrivo per i palermitani con l’ultima manovra di riequilibrio “lacrime e sangue” approvata dal consiglio comunale. Per una busta paga di circa 1.800-2.000 euro netti si arriverà a pagare quasi 50 euro al mese di imposta sulle persone fisiche, mentre prima se ne pagavano la metà. Sarà questo l’effetto immediato, euro più euro meno, in seguito al previsto aumento di coefficiente dell’1,56 per il 2022 e dell’1,73 per il 2023.
Manovra solo per coprire i debiti
Sia chiaro che questo sacrificio, che in un anno costerà circa 300 euro in media ad ogni contribuente palermitano, non avrà ricadute su un miglioramento dei servizi. Questi soldi saranno destinati esclusivamente a coprire i debiti del municipio: 548 milioni di euro in vent’anni. Gli aumenti principali riguarderanno il biennio 2022-23. Per l’Irpef il maggior gettito sarà di 49 milioni di euro nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Una vera mazzata per un tessuto economico già gravato da una crisi pluriennale e dagli effetti negativi dettati dalla restrizioni della pandemia.
Un effetto compensato dalla Regione siciliana per i palermitani
“Si può dire, però che questi aumenti saranno compensati per i palermitani dalla diminuzione delle tasse da parte della regio e che ha, invece, tagliato di mezzo punto l’Irpef e di un punto l’Irap” ha detto intervenendo a casa Minutella in diretta su BlogSicilia il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, assessore all’Economia della giunta Musumeci.
La manovra regionale del 2020
La Regione ha detto addio alla maggiorazione dell’addizionale Irpef nel 2020: dallo scorso anno i contribuenti in Sicilia pagano, a valere sull’anno d’imposta precedente, solo l’aliquota regionale pari all’1,23 per cento. Si chiude così una lunga fase, cominciata nel 2011, quando per fare fronte ai debiti del sistema sanitario la Regione fece leva sull’addizionale Irpef, scaricando così gli oneri sulle tasche dei contribuenti. Già due anni fa, il governo ritoccò al ribasso la maggiorazione dell’addizionale, che dallo scorso anno è stata del tutto azzerata.
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