Aumenti dell’Irpef sì, ma limitati nel triennio 23-25, anche se la stangata è comunque dietro l’angolo. Ad oggi, la situazione è questa. Arriva in Consiglio Comunale la delibera relativa all’addizionale Irpef. Un atto propedeutico al rifacimento del nuovo piano di riequilibrio già al vaglio dell’Amministrazione Comunale. Una proposta sottoposta a Sala delle Lapidi dal vicesindaco con delega al Bilancio Carolina Varchi. Incrementi che riguarderanno un arco temporale che va dal 2023 al 2031. Si comincia con una prima trance nel triennio 23-25, poi un picco di aumento a partire dal 2026. Critiche dalle opposizioni, con l’esponente di Azione Leonardo Canto che parla di “mani messe nelle tasche dei palermitani”. Dai sindacati invece arriva l’invito ad una maggiore tutela delle fasce più povere.
Gli aumenti nel triennio 23-25
Nei prossimi giorni l’atto verrà posto al voto del Consiglio Comunale. Proprio in Consiglio, intanto, oggi sono arrivate dagli uffici due importanti conferme: l’assunzione di nuovo personale all’interno dell’Ufficio Tributi (secondo quanto riferito in aula dalla Capo Area Maria Mandalà in aula si tratterebbe di 9 dirigenti) e l’arrivo di 40 milioni di euro per l’annualità 2024 da destinare al potenziamento del sistema di riscossione. Aiuti si, quindi, anche se al momento, nell’attuale schema di piano di riequilibrio non ci sono ulteriori fondi rispetto ai 180 milioni stanziati in precedenza dal Governo Nazionale. Il quantum rimane quello concordato dall’ex sindaco Leoluca Orlando, al netto però di alcune misure correttive che vanno nella direzione di lenire gli effetti del piano di riequilibrio.
Fra i correttivi anche le modifiche introdotte con la delibera sull’addizionale Irpef. Un equilibrio ancora da trovare in attesa che i dati sulla riscossione dei tributi raggiungano livelli sufficienti di sostentamento. Un salasso il cui conto ricadrà sulle tasche dei palermitani anche se con un minore impatto rispetto a quanto previsto nel precedente piano dell’Amministrazione guidata da Leoluca Orlando. Nonostante ieri il sindaco Lagalla aveva annunciato che non ci saranno aumenti di tassazione, questi scatteranno. Saranno soltanto nove, si fa per dire, i milioni di euro di aumenti per l’annualità 2023. Aumenti parzialmente compensati anche dalle diminuzione delle tariffe Tari per l’annualità in corso, proprio come dichiarato ieri dal sindaco Roberto Lagalla, e che erano stati in precedenza calmierati grazie agli aiuti del Governo Nazionale, come quelli provenienti dal decreto aiuti bis. Ma gli aumenti continueranno negli anni a seguire. Una crescita dell’Irpef che continuerà arrivando a 12,6 milioni per le annualità 2024 e 2025.
Stangata dal 2026
Ma, come sopra ricordato, la vera stangata è soltanto rinviata. Dal 2026 infatti, il piano prevede un aumento in media di 36 milioni di euro annui fino al 2031, ultimo anno regolato dall’atto, con picchi di oltre 38 milioni di euro proprio nel 2026. Un piano che ha ricevuto, nei giorni scorsi, il parere favorevole sia dal ragioniere generale che dal Collegio dei Revisori e che si appresta ad avere il semaforo verde da Sala delle Lapidi.
L’emendamento delle opposizioni
Al vaglio del Consiglio Comunale c’è anche un emendamento, a firma di Ugo Forello, Giulia Argiroffi e Carmelo Miceli, con il quale si chiede di ridurre l’arco temporale degli aumenti Irpef al solo triennio 2023-25. L’idea è quella di non fissare da subito incrementi delle tasse per dieci anni e rivalutare ola situazione dopo un triennio. Comunque vada, l’atto sarà varato nei prossimi giorni. Domani invece, Sala delle Lapidi si occuperà del regolamento beni comuni.
Canto (Azione): “Lagalla mette mani nelle tasche dei palermitani”
Una discussione generale sulla quale sono già arrivate le prime reazioni politiche. Come quella del consigliere di Azione Leonardo Canto, che sottolinea la mancanza di ulteriori risorse dal Governo Nazionale. “Durante la campagna elettorale e nel settembre 2022 il sindaco Lagalla aveva dichiarato alla stampa che i trasferimenti di 180 milioni, previsti dallo stato in seno al piano di riequilibrio, non fossero sufficienti per evitare l’aumento dell’ Irpef e che le interlocuzioni con il governo nazionale avrebbero certamente portato ad aumentare la somma oggetto di questo trasferimento. E’ chiaro come il sostegno che questa amministrazione auspicava arrivasse dal governo nazionale non è arrivato e che pertanto si è reso necessario mettere le mani nelle tasche dei cittadini aumentando l’Irpef nonostante il sindaco avesse auspicato il contrario“.
Cisl: “Non caricare fasce reddito più povere, introdurre progressività”
Consigli, invece, dal mondo delle sigle sindacali. Come quelli espressi da Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo-Trapani. “Ci auguriamo che il Consiglio Comunale, che si troverà da oggi a discutere sulla delibera sull’addizionale Irpef, sia nella condizione di poter incidere in qualche modo per evitare almeno di non caricare ulteriormente le fasce di reddito più povere. Forse sarebbe il caso di valutare l’inserimento di elementi correttivi come la progressività e quindi l’adozione degli scaglioni di reddito e l’esenzione di alcune fasce di reddito basse, per non gravare troppo su chi proprio non ce la fa più”. Ad affermarlo è il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana nel giorno in cui la delibera sull’addizionale Irpef arriva in aula al consiglio comunale.
Varchi alle opposizioni: “Meno demagogia, più verità”
Non tarda ad arrivare la replica del vicesindaco Carolina Varchi. L’esponente di Fratelli d’Italia si rivolge alle compagini di centrosinistra, attaccando gli esponenti di minoranza sul piano politico. “Trovo molto curioso che dai banchi dell’opposizione oggi si gridi allo scandalo per l’aumento dell’Irpef di 9 milioni e che si faccia appello all’amministrazione Lagalla affinché blocchi questi aumenti. Lo trovo curioso perché, se i palermitani non avessero avuto la possibilità di votare e liberare la città dalla precedente amministrazione, l’aumento sarebbe stato di oltre 52 milioni”.
“Meno demagogia e più verità quando ci si rivolge ai cittadini – tuona la Varchi -. Senza le nostre manovre – rese possibili dal sostegno del Governo nazionale – oggi l’aumento sarebbe molto più gravoso, abbiamo evitato il peggio e continueremo a mitigare la pressione fiscale anche nei prossimi anni”.
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