- Il ministero delle Politiche agricole potrebbe considerare l’impianto di Palermo come nuovo
- Senza lo status di “ippodromo storico” Palermo ha avuto un’autorizzazione di 40 giornate da maggio a dicembre 2021
- La sovvenzione per le attività dell’anno in corso non è stata “calcolata”
- Massimo Pinzauti, procuratore generale della società di gestione “C’è qualcuno che vuole il male di Palermo?”
Sovvenzioni non calcolate e quindi non pagate per il 2021 e diminuzione delle giornate di core che passano conseguentemente da 45 a 40. Il movimento del trotto palermitano è in subbuglio dopo le comunicazioni arrivate dal ministero delle Politiche agricole e la Sipet, società che ha preso in gestione l’ippodromo de La Favorita, non ci sta. “C’è qualcuno che vuole il male di Palermo?”, si chiede Massimo Pinzauti, procuratore generale della società.
Per il ministero, Favorita impianto nuovo anziché storico
In sostanza il ministero pare voglia considerare quello di Palermo alla stregua di un “ippodromo nuovo” e non un “ippodromo storico”, tornato a vivere grazie alla società toscana dopo uno stop di 3 anni e mezzo in seguito all’interdittiva antimafia che ha colpito l’ex società di gestione.
Autorizzazione per 40 gare
Dunque Palermo ha avuto un’autorizzazione per 40 giornate di gara nel periodo maggio-dicembre 2021. La sovvenzione per l’attività del 2021 però non è stata “calcolata” e non sarà quindi pagata né si conoscono i tempi e le modalità di pagamento.
Questo perché i parametri precedenti (sia pure risalenti a prima del 2018) non vengono presi in considerazione e si attendono i risultati del 2021, sebbene il ministero già ben conosca gli impianti, le strutture, le riprese televisive ed i servizi tutti assicurati per l’allenamento e le corse dei cavalli stanziali e di quelli provenienti dall’esterno, così come i risultati delle corse che avanzano secondo calendario e che hanno oramai raggiunto il 40% dell’attività programmabile. In soldoni, è come se l’ippodromo palermitano fosse stato inaugurato ex novo a maggio 2021.
Sipet “Abbiamo già investito oltre 2 milioni”
“Ma noi – spiega Pinzauti – abbiamo già investito più di 2 milioni. Abbiamo vinto il bando e fatto tutto quello che ci è stato chiesto di fare, abbiamo ridato funzionalità e messo in sicurezza un’area di oltre 200 mila metri quadrati, devastata ed abbandonata, e poi ci trattano così. È come se comprando un’auto di lusso, che è stata ferma per un po’, questa venga considerata come un’utilitaria solo perché è cambiato l’autista”.
“Impianto inaugurato nel 1953, perché questa disparità?”
Il procuratore generale della Sipet continua facendo notare come in casi simili la nuova gestione non è ripartita da zero col ministero: “Eppure non è la prima volta che in Italia si assiste a un cambio di gestione. In casi analoghi, una nuova gestione non è mai partita da zero nei rapporti col ministero. È stata sempre assicurata la continuità e salvaguardata la storicità. L’ippodromo per le corse al trotto fu inaugurato il 21 dicembre 1953. Perché questa disparità di trattamento?”.
Corse e gran premi, 5 giornate in meno e premi tagliati
Capitolo corse e gran premi. Ci sono in meno, rispetto a quanto anticipato, 5 giornate e 192 mila euro di montepremi che di fatto penalizzano le scuderie e l’intero indotto costituito, tra l’altro, da professionisti, artigiani, artieri, fornitori ed addetti ai servizi dell’ippodromo.
I convegni, calcolati quelli già disputati (cioè 16), da qui a fine anno passano da 29 a 24.
C’è anche il mancato ripristino di alcuni gran premi storici
A questo si aggiunge il mancato ripristino dei gran premi storici da decenni disputati nell’impianto palermitano. Quasi a volerne cancellare la storicità. Si tratta del Regione Sicilia (nato nel 1954), Mediterraneo (1963) e del Trinacria (1978). Al posto di questi è stato inserito un inedito “Città di Palermo” programmato per sabato 18 dicembre, con la beffa di aver assegnato all’ippodromo di Siracusa un gruppo III denominato proprio Premio Mediterraneo.
“Scelte inspiegabili”
Le categorie ippiche si chiedono le ragioni di tali scelte punitive. “Scelte inspiegabili – afferma amaramente Pinzauti – eppure abbiamo sostenuto delle spese notevoli: basti pensare che abbiamo ridato occasione di lavoro a circa 300 persone che erano ferme da anni oltre al personale assunto che, ad oggi, è composto da 15 unità. Siamo orgogliosi di aver riaperto con il Comune di Palermo un ippodromo chiuso per mafia e sottoscritto un patto di legalità”.
“Progetto per la città”
Pinzauti aggiunge: “Abbiamo un progetto che, nel rispetto primario delle finalità ippiche, offre per tutto l’anno alla città opportunità di svago e di intrattenimento per il tempo libero con la programmazione di grandi eventi, l’apertura del parco avventura ed altri servizi di accoglienza come gelateria, pizzeria e ristorante. Un progetto che rischia, senza risposte da parte del ministero, di subire un sensibile rallentamento”.
“La politica faccia qualcosa”
“Non possiamo più essere tenuti all’oscuro – conclude Pinzauti – abbiamo diritto, come le altre società, per le quali il ministero ha già provveduto alla ripartizione della sovvenzione globale assegnata alle altre società in attività nei due esercizi finanziari 2021 e 2022, di conoscere i termini dell’accordo e quindi i criteri ed i parametri che consentano di determinare la produzione della società, a parità degli altri ippodromi. La politica faccia qualcosa”.
Lettera del mondo del trotto palermitano al sottosegretario
In pista sono scesi anche allenatori, guidatori, proprietari, allevatori e gentlemen, che hanno inviato una lettera al sottosegretario per le Politiche agricole alimentari e forestali, Francesco Battistoni, per evidenziare la preoccupazione dovuta al ridimensionamento dell’ippodromo.
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