Una “investigatio previa”, l’indagine prevista dal diritto canonico, è stata avviata dall’arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, nei confronti del parroco di San Feliciano, don Vincenzo Esposito, arrestato in un’inchiesta dei carabinieri di Termini Imerese nell’ambito della quale è accusato di induzione alla prostituzione.

Procedura da norme canoniche

Il porporato, che è anche presidente della Cei, ha assunto l’iniziativa – della quale riferisce la diocesi in una nota – “a fronte della gravità della notizia” e in ottemperanza a quanto previsto, in casi del genere, dalle norme canoniche. Secondo la ricostruzione accusatoria, il religioso avrebbe chiesto video e foto hard ad alcuni ragazzi siciliani, anche minorenni, in cambio di soldi e regali.

L’inchiesta

Il prete è stato arrestato nei gironi scorsi al culmine delle indagini del pool fasce deboli, coordinate dall’aggiunto Laura Vaccaro. Il sacerdote, originario di Caltavuturo in provincia di Palermo, avrebbe compiuto atti sessuali a distanza, sfruttando le chat dei social network. Le vittime sarebbero state pagate, secondo quanto emerso nel corso delle stesse indagini, utilizzando anche i soldi delle offerte dei parrocchiani e ricaricando le carte prepagate.

Scarcerata la donna che era stata arrestata col prete

Questa mattina è stata scarcerata la madre di una delle vittime arrestata insieme a don Esposito con l’accusa d’induzione alla prostituzione, sulla base delle indagini condotte dai carabinieri di Termini Imerese. Lo ha deciso il tribunale della libertà di Palermo con provvedimento emesso a seguito di udienza. Alla donna di Termini Imerese di 50 anni, difesa dall’avvocato Giuseppe Minà, è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Trabia. Il difensore aveva impugnato l’ordinanza ai domiciliari emesso dal gip del Tribunale di Palermo, Fabio Pilato.

Scena muta

All’indomani dell’arresto il prete e la donna si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Secondo i carabinieri di Termini Imerese, da aprile a luglio di quest’anno il prelato ha chiesto ai ragazzini di spogliarsi e toccarsi davanti al cellulare in cambio di ricariche del telefono e versamenti su Poste- pay.

 

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