La politica non ha dubbio riguardo all’intimidazione subita dall’assessore del Comune di Palermo Giuliano Forzinetti. Un gesto vile figlio della sua attività amministrativa, per via dei controlli sulle autorizzazioni alle attività commerciali che da qualche tempo sono state avviate dagli uffici comunali. Si sta facendo un focus su tutte le Scia, le certificazioni di inizio attività, Come faro c’è la legge che impone il rilascio solo a chi ne ha i “requisiti morali”. Dunque niente autorizzazioni a chi ha commesso determinati reati passati in giudicato, come ad esempio quelli legati alla mafia.
L’assessore: “Io non mi piego”
Lo stesso assessore Forzinetti, in un’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia, dice che andrà avanti senza alcuna remora. Una corona di fiori è stata lasciata davanti alla sua agenzia di assicurazioni. Un chiaro simbolo. “È evidente – ha dichiarato Forzinetti – che abbiamo intrapreso la direzione giusta. Non intendiamo arretrare di un millimetro. L’amministrazione ha fatto una serie di interventi nel settore delle attività produttive, che incidono nel tessuto della città nel segno della legalità. Sono state revocate molte licenze per mancanza dei requisiti morali, puntiamo a un protocollo per intervenire con ulteriori provvedimenti, abbiamo avviato uno screening capillare su casellari giudiziari e carichi pendenti degli esercenti”.
Fa quadrato il suo partito
Anzitutto a far quadrato attorno a Forzinetti è il suo partito, la Dc. A prendere parola per primo è il suo leader regionale Totò Cuffaro: “L’assessore, sostenuto nella sua azione dalla Democrazia Cristiana, sta svolgendo un’attività di verifica in alcune attività commerciali cittadine, eseguendo controlli mai fatti prima. La Dc lavora e continuerà a lavorare per ripristinare e mantenere le regole nella nostra città, mettendo al primo posto delle nostre politiche la lotta a qualsiasi forma di illegalità. Condanniamo fermamente questo terribile gesto e non intendiamo arretrare di un passo”. “La Dc, attraverso la preziosa e competente mano del nostro assessore, – aggiunge il commissario Dc Palermo, Giorgio Cipolla – in questi mesi sta svolgendo un’attività ‘scomoda’ per alcuni esercenti. Controlli mai fatti prima e revoche di licenze ad attività commerciali gestite da soggetti che non posseggono i requisiti morali previsti dalla legge. La Dc lavora e continuerà a lavorare per ripristinare e mantenere la legalità nella nostra città”.
“Forse – rilanciano i consiglieri comunali Dc Domenico Bonanno, Viviana Raja e Salvo Imperiale – le scelte corrette e l’azione di rilancio che l’assessore Forzinetti sta portando avanti alla guida del suo assessorato stanno dando fastidio a qualcuno. Intaccando interessi stratificati nel tempo, ma certamente non ci faremo intimorire da chi pensa, con viltà, di poter fermare la voglia di cambiamento”.
Chinnici: “Gesto inquietante”
“Un gesto inquietante – sostiene il consigliere Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo a Sala delle Lapidi – che sembra catapultarci indietro nel tempo. Ma è terribilmente attuale e segue il furto di due pulmini per i disabili da un parcheggio comunale”. “Siamo certi – commenta Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, e Alfredo Stabile, responsabile Cisl ottava circoscrizione – che l’assessore proseguirà nella sua azione amministrativa di una città complessa come è Palermo. Dove in tanti purtroppo evadono e dove spesso si fa fatica a far rispettare le regole. A prevalere devono essere sempre la legalità e il bene dei cittadini”.
Donato: “Prassi mafiosa”
“L’intimidazione all’assessore Giuliano Forzinetti – ha rimarcato l’europarlamentare Francesca Donato, vicepresidente nazionale della Democrazia Cristiana – è un fatto gravissimo. Soprattutto perché segna il ritorno di un linguaggio e di una prassi mafiosa che la nostra città non si può permettere. Serve necessariamente alzare il livello d’attenzione. Mi auguro che il comitato per l’ordine e la sicurezza convocato martedì in prefettura prenda le necessarie contromisure e che le indagini facciano luce su questa vile intimidazione”.
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